OSSERVATORIO DISEGNATO: una cascata in tazza grande per Niemann
Osservatorio disegnato. Cos’è?
La mia nuova rubrica (che prende il posto dei Wonder Trio) per segnalare avvistamenti disegnati fuori dai libri e mostrare come le storie si possono raccontare non solo tra le pagine.
Una serie di appunti per abituare gli occhi e la testa a non darsi troppi confini, per ricordarci che, quando la mano è al servizio dell’idea e l’idea è buona, niente ci può fermare.
North: an illustrated travelogue.
Nuova rubrica, nuovo viaggio. Ecco perché parto subito proprio con una spedizione in terre lontane, piena di cose a me care, che condivido e sperimento quotidianamente nel mio lavoro e nel mio modo di guardare il mondo. Destinazione: isole Svalbard. Anno 2017. Ecco le prime coordinate per sintonizzarsi su “North: an illustrated travelogue”, il diario di viaggio multimediale realizzato da Christoph Niemann per National Geographic Expeditions (ovvero la piattaforma in cui la National Geographic Society propone e vende viaggi organizzati in tutto il mondo). Prima di tuffarci (letteralmente) tra i disegni di Niemann e le cascate del freddo Nord, dedichiamo un briciolo d’attenzione alla committenza di questo progetto che non è solo un carnet de voyage un po’ meno tradizionale di altri, ma è una vera e propria campagna promozionale fondata sullo story-telling di un artista con una voce ben precisa (Niemann è già molto conosciuto e affermato come illustratore e autore a livello internazionale quando gli viene assegnato questo incarico), realizzata per uno dei brand (editoriali ma non solo) più conosciuti nel settore viaggi. La priorità non è raccontare in termini didascalici un itinerario, bensì trasmettere l’intensità emotiva e visiva di un’esperienza. National Geographic, che ha già consolidato la sua identità e credibilità sul mercato da lungo tempo, non ha la necessità di mostrare in prima battuta cosa vende: è molto più interessata a regalarci un’emozione che saprà agganciare chi non si è ancora sintonizzato sui suoi “canali” e che saprà sorprendere e affascinare anche i lettori più fedeli.
Per leggere questo reportage basta un link. Allo sfogliare orizzontale della pagina si sostituisce lo scroll verticale (che già ci dice molto del momento storico in cui questo prodotto è nato, per il tipo di pubblico che siamo, cellulari alla mano e dimestichezza con la funzione “skip”). Il modello narrativo da riempire è ibrido: somiglia a un documentario, ma anche a uno slideshow; contiene pagine acquerellate come i più tradizionali quaderni di viaggio, ma anche clip video in cui fotografia, disegno e suoni animano una sorta di diapositiva di nuova generazione (parentela diretta anche con le stories sui social). Niemann non è nuovo a questa contaminazione di registri: il suo account Instagram “Abstract Sunday” nasce proprio per raccogliere le idee scaturite osservando piccoli frammenti di realtà da trasformare attraverso il disegno in qualcosa di sorprendente. Niemann è anche uno di quegli autori che consapevolmente porta avanti e racconta con grande efficacia il processo che sta dietro a un mix così visivamente riuscito (recuperate il suo intervento durante un Ted e ne avrete conferma). Quando ci racconta il suo viaggio alle Svalbard non trascura alcune informazioni fondamentali al “lettore” per garantirgli un po’ di orientamento (dove siamo, con cosa ci muoviamo,…): Niemann vuole che stiamo al passo e che ci immedesimiamo in lui, viaggiatore sospeso tra realtà e immaginazione, tra la dimensione della gita e quella dell’avventura.
Parole, schizzi realizzati sul posto, opere digitali elaborate successivamente: tutto convive in un perfetto bilanciamento estetico, ma soprattutto narrativo perché per Niemann al centro c’è l’esigenza di comunicare. Ecco allora che il disegno realistico di una renna acquisisce lo stesso valore della foto-illustrazione animata della cascata in tazza grande e, accanto a lei, si piazza senza forzature. Tutto, anche nella sua varietà stilistica, è espressione di uno sguardo che esplora e che, proprio come farebbe il nostro, si muove seguendo diverse bussole: quella che registra (com’è fatto, dove sono, cosa ho visto) e quella che si meraviglia (cosa sento). “Penso più come un art director che come un illustratore”, dichiara Christoph Niemann in un’intervista e credo che stia proprio lì il segreto nel confezionare un mix eterogeneo e non confusionario, efficace e non ridondante, paradossalmente anche “poco disegnato”. È il segreto dello sguardo che ci allena a trovare la misura giusta, a scegliere con attenzione ogni passo del percorso, a stabilire una grammatica comune col lettore per trasformarlo, da che era “solo” spettatore, in un complice.