Abita qui Mimì? – Recensione e intervista agli autori
Abita qui Mimì? è un albo illustrato nata dalla collaborazione tra la scrittura veloce e chiara di Angelo Mozzillo e il tratto rotondo e dolce di Ilaria Perversi.
Edito da VerbaVolant Edizioni, narra del viaggio del protagonista Dante (un camaleonte di campagna dall’animo sensibile) in quella “selva oscura” che
è la città (una città caotica e rumorosa, dai contorni grigi e anonimi e abitata da gente stressata e ansiosa) alla ricerca della sua amica, la camaleonte Mimì.
Pagina dopo pagina, ci addentriamo assieme a Dante nel marasma cittadino, incontrando anime “animalesche” di vario tipo: c’è chi è appassionato di cucina vegana, chi fa lo youtuber, chi è imbottigliato nel traffico e chi invece di stare al calduccio davanti al fuoco a fare le fuse deve
prendere il tram ogni mattina.
Dante, via via che la sua giornata cittadina trascorre, si sente sempre più spesato e sfiduciato: la sua Mimì è introvabile!
Ma il mazzetto di papaveri rossi (fiori bellissimi nella loro semplicità) non perde forza e colore. Il suo rosso continua a rimanere una guida per il nostro protagonista portandolo lì dove la speranza abita.
Da leggere tutto d’un fiato, “Abita qui Mimì” è un’opera ironica e divertente, che affascina sia i piccoli che i più grandi. La sua forza sta proprio nel connubio inscindibile tra la storia e le immagini, che ci costringono ad andare a fondo di ogni singola pagina cartacea per capire dove “abita Mimì”.
Caratterizzato da una tavolozza di colori che vertono sul grigio, rosso scuro e bianco, quest’albo illustrato ci racconta i pro e i contro della vita urbana, non sempre facile da vivere ma anche magica da sperimentare nella sua follia. Da quest’esperienza infatti Dante ne uscirà più forte e più temprato, pronto a nuove avventure.
Come diceva Virgilio, “La fortuna aiuta gli audaci” e Dante e Mimì lo dimostrano appieno.
Ho chiesto agli autori dell’albo, Angelo e Ilaria, di raccontarmi più nel dettaglio la genesi dell’opera e le loro riflessioni al riguardo:
Come nasce questo libro? Da dove vi è venuta l’idea?” E’ nata prima la scrittura (Angelo) o le immagini (Ilaria)?
A: L’idea nasce da una filastrocca. Mi ero da poco trasferito a Milano e, venendo da una realtà molto differente e periferica, mi colpiva quel luogo dove le abitudini erano così diverse. La poesiola si intitolava “Da quando le bestie sono in città”, e parlava di quanto gli animali, da quando si sono trasferiti nella metropoli, avessero mutato usanze e costumi: il gatto non dorme tutto il giorno perché alle otto ha il tram per l’ufficio; il toro è più rilassato da quando fa yoga; il coniglio non mordicchia più il cavo del telefono perché altrimenti la sera non può chiamare la mamma. Da questa base è nata la storia di “Abita qui Mimì?”. Fra i tanti animali della filastrocca ho scelto il camaleonte, che in città non ha più bisogno di mimetizzarsi – tanto nessuno fa caso a lui! L’ho chiamato Dante, ed è diventato il protagonista dell’albo. Pian piano, lavorando al testo, la filastrocca è diventata prosa, e i cambiamenti degli animali sono stati enfatizzati dalle illustrazioni di Ilaria.
Quanto ci avete messo a progettarlo e ad attuarlo?
I: Da quando la casa editrice ha dato l’ok allo storyboard definitivo, circa tre mesi pieni (quelli estivi, senza condizionatore!). Ma i tempi più lunghi sono stati quelli della prima bozza delle tavole, la scelta dello stile, la palette dei colori, lo studio dei personaggi… Direi che dietro Abita qui Mimì? c’è un annetto intero di lavoro.
Vi siete ispirati a qualcuno, sia a livello narrativo che visivo?
A: Sia io che Ilaria siamo ormai conosciuti nella nostra biblioteca di fiducia. Ogni volta ne usciamo con chili di libri e albi illustrati: siamo i primi fruitori di questo tipo di letteratura. Ci piace moltissimo e qualche stimolo (visivo o narrativo) è certamente arrivato dalle tante letture.
Che programmi (Ilaria) hai usato per illustrare? Come descriveresti il tuo stile?
I: Inizio sempre disegnando a mano, con la matita rossa e con quella blu (reminiscenze di un passato da animatrice). Dopo un primo schizzo iniziale, passo tutto al computer e continuo e finalizzo la tavola con Photoshop. Non saprei descrivere il mio stile… Mi sforzo di disegnare le cose come le vedo, alla mia maniera. Posso dire che in generale ho un debole per gli animali, specie se grassi. E tonti.
Entrando nello specifico dell’opera, c’è un motivo dietro la scelta del cielo bianco e dei papaveri?
A: Volevamo fiori di campagna, comunissimi, e di un colore che spiccasse fra la palette scelta da Ilaria per le tavole del libro. Dopo aver valutato denti di leone, margherite e violette, i papaveri rossi ci sono sembrati la scelta migliore. Ammetto che la citazione a De André è casuale!
Come siete arrivati alla casa editrice e al momento della pubblicazione? E’ stato un percorso difficile in quanto giovani autori emergenti?
I: Come tutte le cose più belle, ci siamo arrivati per caso. Eravamo a BookPride a Milano e notai il banchetto di VerbaVolant: mi avevano colpito i suoi libri a fisarmonica. Avevamo già un primo storyboard e tre tavole definitive pronte. Tornata a casa ho cercato l’indirizzo della casa editrice su internet e ho inviato tutto. Tempo qualche giorno e Fausta, l’editrice, ci ha chiesto se saremmo passati al Salone del Libro perché voleva incontrarci. Abbiamo comprato i biglietti del treno in fretta e furia e siamo corsi a Torino, con il diluvio e la mia febbre a 38 e mezzo. Meno male che alla fine è andata bene!
Comunque non è mai facile, per i giovani autori emergenti. La nostra forza è stata consigliarci a vicenda e confrontarci sempre durante tutto il percorso. Bisogna scegliere con attenzione le case editrici con cui si vuole collaborare: la voglia di pubblicare è tanta e le insidie sono dietro l’angolo.
Cosa ne pensate dell’editoria e in particolare dell’editoria per l’infanzia?
A: Da quanto ho avuto modo di sentire, sembra che in Italia l’editoria per l’infanzia sia l’unica che non conosce crisi. Questo fa ben sperare… è vero pure che si pubblica tanto, quindi non è facile emergere fra i tanti bravissimi autori e illustratori presenti sul mercato. Ce la metteremo tutta.
Potete parlarci della vostra attività laboratoriale collegata alla promozione del libro?
I: A seconda del tipo di pubblico e dell’età dei bambini presenti, abbiamo ideato varie tipologie di laboratori. Quando presentiamo l’albo in libreria o biblioteca, solitamente leggiamo la storia tutti insieme e poi ci mettiamo a costruire, utilizzando materiali coloratissimi e di recupero, una città degli animali. Ci sono capitati incontri con bambini un po’ più grandicelli, o intere classi delle elementari da gestire, e per loro abbiamo inventato delle schede personaggio sul quale i bambini dovevano descrivere e disegnare come il loro animale preferito sarebbe cambiato se vivesse nella maniera di noi umani. In tutti i laboratori che abbiamo fatto, tutti i bimbi mi sono sembrati contenti: sono uscite fuori delle cose geniali e spassosissime!
Come reagiscono i bimbi alla lettura della storia? Riescono a cogliere le sfumature ironiche e anche quelle critiche nei confronti del mondo in cui viviamo?
A: Il libro ha almeno tre livelli di lettura: c’è la storiella di Dante che arriva in città alla ricerca di Mimì, che interessa i lettori di una fascia d’età intermedia. La trasformazione ironica degli animali, che sono diventati “cittadini” e “social”, quella insomma che deriva dalla filastrocca e che ora è legata più alle immagini che al testo, la notano i bambini più grandi. C’è poi il giochino del “Trova Mimì”: la città è talmente affollata che Dante e il lettore non se ne accorgono, ma Mimì è mimetizzata in quasi tutte le pagine del libro. I bimbi più piccoli (e non solo) si divertono a cercarla in ogni pagina. Infine ci sono delle chicche che abbiamo inserito per i più adulti, per il genitore che legge la storia al figlio o per l’appassionato di albi illustrati. Sono disseminate per il testo, perché il senso del libro è proprio quello di provare ogni tanto a spegnere i nostri device e imparare a guardarsi di più intorno.
Avete già altri libri o progetti in cantiere?
A: Da Napoletano faccio lo scaramantico e per ora non rivelo ancora nulla… Posso dire però che abbiamo tante idee, sia per nuovi libri, che per progetti personali nei rispettivi ambiti di scrittura e illustrazione. Incrociate le dita per noi?