Caro mondo, così proprio non va.
Laura Carlin
Terre di Mezzo, 2018
(edizione originale: Phaidon Press Limited, 2014)
Adesso ditemi con tutta sincerità quante volte, specialmente in questi mesi, vi siete ritrovati a dire che il mondo, così com’è, non vi piace. Perché a me, per esempio, è capitato davvero molte volte. Forse è per questo che ho avuto bisogno di tornare da un certo libro che è un po’ un libro mantra (ve li ricordate i libri mantra? Ve ne avevo suggeriti alcuni qui) non solo per quello di cui parla, ma anche per il modo in cui lo rappresenta. “Il mondo come piace a me” di Laura Carlin non è infatti solo una parata omaggio all’immaginazione come forza consolatoria e soprattutto generativa, ma è anche una chiamata a raccolta di tecniche, tentativi, esperimenti, abbozzi, idee compiute e idee in potenza, tutte democraticamente e coraggiosamente schierate sulle stesse gioiose pagine.
Una bambina ci fa salire a bordo della sua fantasia e, come turisti su quei bus a due piani, attraversiamo la città (dove le fabbriche devono avere la forma di ciò che producono), facciamo un safari tra tanti animali (quelli che ci piacciono di più ma… tutti a pezzi mescolati tra loro), corriamo su strade e binari con discutibili ma straordinari mezzi di trasporto (chissà se viaggiare a bordo di un pettine scioglie gli ingorghi). Quella bambina è proprio Laura, l’autrice, ritagliata da una vecchia foto mentre, impaziente, guarda l’orologio perché sta facendo la fila (un collage di altri personaggi da altre foto) e lei ODIA fare la fila.
Mi è sempre piaciuto che l’innesco da cui tutto comincia sia la noia: mentre aspetta, la piccola Laura si diverte a immaginare (e raccontarci) il mondo come piace a lei. Sta proprio qui una delle cose che mi ricorda questo libro: c’è bisogno di un tempo vuoto. In mezzo a tutte le incombenze che scandiscono le nostre giornate (e anche quelle dei bambini e delle bambine), c’è anche bisogno di QUEL tempo vuoto: dove c’è spazio abbastanza perché le cose rimbalzino e trovino con calma il loro posto, dove le forme si accostino goffe e i colori possano convivere in abbinamenti audaci per scoprirsi interessanti.

Laura vuole vivere in una casa con le finestre grandi e la piscina sul tetto, Laura sa che anche le cose più ordinarie possono nascondere dei tesori (chiedetele dove i supereroi vanno ad acquistare le loro super scarpe), Laura ha un papà, una mamma, una nonna e un fratellino e sono tutti molto diversi perché ognuno nel suo mondo è unico e un cagnolino di cartone a pastelli può correre sulla stessa strada di un omino bottiglia.
Nel mondo di Laura ci sono gerarchie e diritti, certo: per esempio, tutti hanno un cane, anche i cani. E i dinosauri, nonostante siano estinti, possono tornare. Il mondo di Laura è matto, ma va preso molto sul serio, infatti ha una sua bandiera con disegnate le 5 cose che Laura ama di più così che i suoi amici possano vederle da lontano e venire subito a farle visita.
Ogni mattina Laura può decidere di ricominciare tutto da capo, ma ci dà un prezioso consiglio: “non dimenticarti di osservare il mondo reale per trarre ispirazione”.
Hai proprio ragione, Laura: anche se il mondo non ci piace, l’unico modo per costruire un mondo in cui valga la pena abitare non è fuggire lontano da lui, al contrario! Bisogna contaminarlo con la nostra capacità di immaginare e procedere per tentativi, pronti a rifare tutto da capo il giorno dopo, perché “il mondo come piace a me”, in effetti, non può essere un mondo fermo e compiuto ma deve e mi auguro che sia sempre un mondo ricco di meravigliose possibilità.



