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Van Gogh Alive – Un’esperienza coinvolgente
Una bella idea: una mostra itinerante.
L’Arte che si muove per essere fruibile da tutti. Davvero una bella idea, che ora sbarca a Torino, fino al 26 giugno. Cari amici illustratori e appassionati delle arti visive, vi consiglio vivamente di andare a vederla, perché non è davvero un’esperienza contata e lo dimostra il grande successo di pubblico. Io l’ho vista lo corso anno, in primavera, ma vi assicuro che chiamare questo evento “mostra” è molto riduttivo.
Viene pubblicizzata come “esperienza multimediale” ma fintanto che non la vedi, non ti rendi veramente conto di cosa voglia dire. A metà fra un’installazione artistica e uno spettacolo teatrale, Van Gogh Alive coinvolge più sensi, estasiandoci con le immagini pittoriche, inebriandoci con musiche appropriate, sorprendendoci con gli scritti del pittore olandese.
A far da contraltare alle pennellate del geniale artista, immagini reali di campi di grano ondeggianti, le rotaie del treno, le foto di famiglia, e gli sguardi dolenti dei malati di mente.
A sottolineare una vita difficile e così piena di passione oltre 3000 immagini proiettate ad altissima definizione, che si alternano sul muro e il pavimento dei luoghi che via via, nel mondo, hanno ospitato la mostra.
Le caratteristiche delle location non fanno altro che diversificare l’esperienza per i visitatori, così da renderla unica in ogni città.
I motivi architettonici degli spazi (grandi sale o piccole chiese sconsacrate), incorniciano i capolavori dell’artista e allo stesso tempo ne frammentano la composizione, mettendo in risalto le pennellate nervose, contribuendo ad acuire l’esperienza visiva e ed emotiva.
Nel buio, un colpo di fucile. E nere figure alate si alzano in volo, stagliandosi nel giallo del grano. In alto un trenino di carta si muove in un paesaggio disegnato. Le parole di Van Gogh si stagliano nell’oscurità, rendendoci testimoni del suo impeto vitale e del suo tormento, che leggiamo nelle pieghe del suo viso, improvvisamente comparso sotto i nostri piedi.
I visitatori, non più solo “spettatori” diventano anch’essi protagonisti, vagando fra le immagini, cambiando spesso di posto, rileggendo più volte le parole proiettate sul muro. Si cambia prospettiva fisica e mentale e così si entra sempre di più nell’arte e nella vita di Van Gogh, così lontano eppure così vicino.
La straordinarietà di questo evento consiste anche nella sua fruibilità, veramente alla portata di tutti, grandi e piccini. Portare i bambini al museo non è sempre cosa facile. Lo sanno bene i genitori, che spesso devono redarguire i figli perché, stanchi della lunga serie di quadri, si siedono per terra. Oppure le maestre, che faticano non poco per mantenere l’attenzione dei piccoli alunni. Ma questa esposizione così fuori dal comune dona libertà ai bambini, che finalmente sono liberi di sedersi per terra. E le immagini scorrono proprio accanto ai loro piedi. Possono correre nel buio, andando incontro alle figure colorate, possono ballare sulle note struggenti della musica di sottofondo, anch’essa protagonista, che ti arriva forte in fondo al cuore.
Un colpo di fucile. Ancora. I corvi si librano in volo. E così due esili figurine nell’ombra, che, sedute vicino alle spighe di grano proiettate sul pavimento, sono in piedi in un attimo.
I bambini volteggiano, liberi da regole e condizionamenti, ballando sull’onda dell’esperienza emotiva che loro colgono in maniera istintiva e gioiosa, piccoli guizzi di allegria sullo sfondo di parole inquiete.
È questo il ricordo che porterò con me: la spensieratezza di un’emozione, riassunta nel volo musicale di due bambini, che si muovono leggeri fra pennellate e parole. E il rimpianto di non aver avuto il coraggio di fare come loro. Ma vi assicuro che il mio cuore volava, esattamente come le loro figure nell’ombra e come i corvi nei campi di grano di Vincent Van Gogh.