Tutti i colori di Cappuccetto Rosso #3: Sarah Moon
La scoperta di questo libro ha totalmente cambiato la mia idea di illustrazione.
Sarah Moon utilizza la nostra memoria per raccontare Cappuccetto Rosso in un modo unico e originale.
Il suo libro fotografico Le Petit Chaperon rouge, con il testo originale di Charles Perrault edito Grasset, vinse il premio Grafico alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna nel 1984 suscitando non poche polemiche.
“Mi sembra -dice- che il bianco e nero abbia la tonalità dell’introspezione, una tonalità quasi incolore, ma di bicromia, imprecisa come se fosse più un sentimento che un’immagine”.
Sarah Moon utilizza il testo di Perrault per raccontare una storia parallela a quella descritta nel testo. La storia di una bambina senza nome e in questo caso anche senza colore.
Il suo lavoro è realizzato interamente in bianco e nero. La sua bambina non ha nulla di rosso eppure è chiaro che il suo personaggio, come Cappuccetto Rosso, ha un tragico destino.
Realizzando il libro in bianco e al nero, La Moon, riporta la storia alla sua origine rendendo Cappuccetto Rosso semplicemente una bambina fra tante, nella quale chiunque possa identificansi, così come voleva il racconto orale, da dove ha origine la fiaba.
Invece i luoghi sono molto precisi. Il bosco che la Moon ci mostra è fittizzio, un illusione, una bugia. Il libro è un deciso rimando al periodo nazista, elemento che fu molto criticato. Una delle scene che più inquieta e incuriosisce è quella dove Cappuccetto Rosso incontra il lupo a casa della nonna, l’immagine ci mostra la bambina di fronte a due figure: un cane lupo e una macchina nera, capiamo subito che per la bambina ormai non c’è più scampo e che il suo destino è ormai segnato. Entrambe le figure, insieme ai binari presenti in altre scene del libro, ci riportano alla memoria il periodo nazista.
Le immagini, elaborate dalla Moon, non trasmettono l’atmosfera sognante delle fiabe, ma pura realtà.
In un’unica immagina la Moon ci riporta nel mondo delle fiabe, come se la scena fosse troppo cruenta per raccontarla davvero; un enorme ombra di un lupo sul muro è pronta a divorare l’innocente bambina. Svoltando pagina la fotografa ci riporta alla realtà mostrandoci un letto disfatto, silenzioso, e ci ricordiamo che non sono le ombre a far paura ma gli uomini.
È chiaro che, come anche nel testo, l’abuso sessuale è un tema presente nella immagini realizzate da Sarah Moon.
Questa interpretazione realistica, dalla fine tragica, è resa ancor più forte e angosciante dagli orologi inseriti accanto al testo. Gli orologi ci mostrano il tempo che scorre, quasi un conto alla rovescia, e la sensazione che trasmettono è un inevitabile evento sta per accadere.
Nonostante il libro realizzato da Sarah Moon sia un libro fotografico il suo lavoro è intriso di poesia e viene comunemente inserito tra i libri d’arte illustrati.