La bambina con due papà – Mel Elliott
Premetto che ho scritto la recensione immediatamente dopo aver avuto il volume tra le mani, senza sapere cosa ne pensano altri critici, ma soprattutto per non venirne influenzato. Infatti, il mio intento è di analizzare il prodotto editoriale dal punto di vista del lettore e dell’autore, piuttosto che farne anticipazioni sul contenuto. Il libro non lo dice, ma se si cerca su internet si scopre che l’autrice Mel Elliott è una delle illustratrici più importanti del panorama inglese, pronipote dell’ammiraglio Nelson (quello della battaglia di Trafalgar n.d.r.), e che questo è il terzo libro su Pearl, la protagonista, che in realtà è sua figlia.
Come dice Tullio Pericoli in un’intervista prorpio su Aduntratto : “Per fare un ritratto […] bisogna scardinare il volto”
E allora, scardiniamo il libro in questione.
DI CHE PARLA?
L’argomento è l’omosessualità degli adulti vista dai bambini: il tema è trattato in modo semplice e il libro è fruibile in completa autonomia di lettura da parte di un bambino che abbia completato la prima classe della scuola primaria, mi riferisco cioè a quella fascia di età tra i sei e i sette anni.
COME È FATTO?
Il formato di cm 29×23, una volta aperto (diventa 46×29), riempie gli occhi del lettore con i disegni molto semplici, che sfruttano sempre al massimo lo spazio delle 32 pagine, il più delle volte su entrambe le facciate, creati in digitale e ridotti praticamente all’essenziale, tuttavia senza mai apparire languidi. È assente la profondità, poiché la scena è dedicata principalmente ai personaggi e lascia davvero poco spazio ai dettagli sullo sfondo; quest’ultimo, infatti, si presenta sempre monotonale o bianco, proprio perché l’autrice è stata talmente sintetica da non aver bisogno di aggiungere altro.
Il testo è pochissimo ed è inserito sempre in punti diversi. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma scrivere racconti per bambini non significa avere a che fare automaticamente con una storia facilmente narrabile.
Le pagine sono volutamente prive di numerazione in modo che gli eventi siano rintracciabili dal lettore secondo la loro successione; la narrazione è in prima persona, fatta direttamente dalla protagonista. Gli adulti appaiono pochissime volte: sono solo i genitori delle due bambine protagoniste del racconto, ma soprattutto non sono mai rappresentati a figura intera; sicuramente è un aspetto che tende a focalizzare la storia sul pensiero della protagonista, piuttosto che sull’ennesima rappresentazione di scene che fanno sempre più parte del nostro quotidiano.
Onestamente non ho trovato difetti. Forse alcuni disegni risultano spigolosi ma è anche vero che, dato l’argomento trattato, delle immagini particolareggiate sarebbero risultate superflue e, non da ultimo, un tratto che all’apparenza può manifestarsi come grossolano e frettoloso è in realtà tipico dello stile di tanti illustratori famosi.
Conclusioni:
Ho apprezzato il prodotto per la semplicità e l’imparzialità con cui approccia il tema dell’omosessualità. In quanto insegnante, trovo importante parlare sin dall’infanzia delle scelte da fare individualmente relativamente ai propri orientamenti sessuali, o chi votare, o che lavoro fare, ecc.
A chi può interessare:
Genitori, insegnanti e educatori alla ricerca di un linguaggio semplice con cui spiegare ai bambini alcuni concetti, a cominciare da quello in questione.
“LA BAMBINA CON DUE PAPÀ” – Mel Elliott – De Agostini ediz. italiana 2019