Pico Bogue – Ovvero come passare dalle strisce ai libri con nonchalance.
Lo ammetto, sono un “segugio da libri”. Ovvero, se mi trovo in una libreria o in una biblioteca, posso passare ore a seguire il “profumo dei libri” e ciò che m’ispirano, curiosando fra personaggi noti o sconosciuti.
È così che scovo le cose che spesso mi piacciono di più. Per caso. Ma niente è per caso, per cui, per un motivo o per un altro, i personaggi che incontro mi parlano, mi strizzano l’occhio e trovano un loro angolino in cui abitare nella mia testa, o nel mio cuore, per saltar fuori al momento giusto. In un discorso, in un disegno, in una storia.
A volte m’imbatto in libri con storie affascinanti altre in racconti illustrati davvero notevoli, ma non tralascio di dare uno sguardo ai fumetti, ritenuti, (a torto) da qualcuno, i fratelli poveri dei libri, letteratura di seconda categoria.
Ma si sbagliano. Eccome se si sbagliano!
È così che ho incontrato un tipo davvero originale che ha fatto risuonare dentro me echi della mia infanzia. Eppure è un personaggio nuovo, che non conoscevo.
Si chiama Pico Bogue. È uno scapigliato ragazzino che guarda la vita con occhi disincantati ma non cinici, dal suo metro (forse meno?) di altezza.
Conserva il suo candore e proprio per questo non ha filtri. Dice quello che pensa. È la sua più preziosa qualità.
È nato dalla penna della sceneggiatrice Dominique Roques e dalla matita di suo figlio, Alexis Dormal. È forse il fatto che siano madre e figlio a rendere tutto più interessante. Immagino Alexis-Pico alle prese con sua madre Dominique quando ancora era piccolo. Credo che sia anche grazie a Dominique che Alexis si è interessato prima al cinema e poi al disegno, e infine alla scrittura. Con ottimi risultati, direi.
Pico si è presentato a me in un elegante libro, “Io e la vita“, che raccoglie tutta la sua filosofia sull’esistenza, elargendo pillole di sincerità con la sfrontatezza dei suoi pochi anni. Il linguaggio del fumetto gli si addice.
L’editore italiano (Donzelli) ce lo presenta così:
“Graffiante come Mafalda, filosofico come i Peanuts, scanzonato come il Piccolo Nicolas…”
Ecco perché mi sembrava familiare. Questi sono i personaggi che più ho amato da ragazzina. Ma Pico è meno politicizzato di Mafalda, meno ingenuo di Nicolas, forse più diretto dei Peanuts. E ne riassume tutte le caratteristiche migliori.
A rendere il tutto ancora più piacevole il tratto leggero da sapiente acquarellista di Dormal. Un tratto giocoso in cui si riconosce l’amore per Sempè e una certa assonanza con Quentin Blake. L’immediatezza del segno esalta la spontaneità del personaggio, i colori leggeri donano respiro alle strisce.
Davvero un bell’incontro.
Un personaggio adatto a tutte le età.
E per i più piccoli la Roques e Dormal hanno dato vita a una serie di libri illustrati con le storie della sorellina di Pico, Ana Ana, che spero, saranno presto tradotti per i lettori italiani.
Benvenute, piccole pesti.