
Nello spazio del libro. Albi illustrati, formazione, educazione, istruzione
Il 15 gennaio 2019 ho avuto il piacere di assistere ad una tavola rotonda molto interessante con Giovanna Zoboli, cofondatrice della casa editrice Topipittori , Antonella Capetti, insegnante promotrice dell’uso degli albi illustrati, Sante Bandirali, cofondatore della casa editrice Uovonero e Giulia Mirandola, esperta di Picture Books (ha inoltre scritto “En plein air” per Topipittori).

L’incontro è stato ospitato a Milano da Laboratorio Formentini contestualmente alla mostra “Prima di me” , progetto ideato a partire dal libro omonimo di Luisa Mattia illustrato da Mook ed edito da Topipittori.

L’albo illustrato, ci racconta Giovanna Zoboli, sta vivendo negli ultimi anni un periodo di intenso fermento segnato da innovazione ed alta qualità anche in Italia, grazie ad alcuni editori (Topipittori, Orecchio Acerbo, Corraini, Babalibri…) che hanno voluto sperimentare puntando su autori ed
illustratori emergenti e riedizioni di titoli esteri: scelte editoriali che hanno suscitato riscontro positivo da parte di pubblico e di critica.
Complici di questo successo i librai “illuminati”, creativi e propensi all’innovazione che hanno visto in questo prodotto uno strumento, una risorsa, un mezzo per comunicare in modo nuovo.

Grazie a queste azioni l’albo si sta finalmente scrollando di dosso l’etichetta di prodotto “di serie b”: non è più considerato il gradino più basso per l’accesso alla cultura, ma vero e proprio oggetto culturale a sé stante che conquista una posizione di primo piano nel campo editoriale “di serie a”.
L’albo illustrato viene oggi accettato e riconosciuto quale prodotto complesso risultante dalla sinergia di molteplici professionalità -l’autore, l’artista, l’editore, il grafico- e quindi dalle comprovate qualità. Grazie a questa spinta di entusiasmo si rivela strumento poliedrico di divulgazione, confronto, studio, creatività.
Il linguaggio dell’illustrazione -specie se applicato all’albo- è dunque degno di considerazione ed analisi, come ci dimostra il fiorire di realtà editoriali on line con blog e magazine dedicati come quelli di Topipittori, Doppiozero, Roba da disegnatori , Ad un tratto, Frizzifrizzi, Le figure dei libri…
Un esempio particolarmente interessante delle nuove esperienze che fioriscono attorno a questi libri è, secondo Zoboli, l’iniziativa di Maria Polita che sul sito Scaffalebasso racconta di come i suoi gruppi di lettura, voluti dalla direttrice didattica della scuola in cui opera, siano luogo di incontro e scambio, un vivaio per i bambini che in casa molto spesso si confrontano con prodotti datati, ereditati dai fratelli o addirittura dai genitori, oppure acquistati al supermercato senza consapevolezza da parte di questi ultimi.
Mano a mano i piccoli fruitori imparano a gestire questo spazio, scegliendo gli argomenti e portando libri da casa per raccontarli agli altri; affrancandosi da un approccio culturale non aggiornato sulla letteratura per l’infanzia i ragazzi diventano attivi, cercano collegamenti, trovano chiavi testuali.

Altra iniziativa degna di attenzione quella di Silvia Trentini che sperimenta invece l’albo illustrato all’interno delle case di riposo. Questo progetto crea uno spazio al fine di stimolare attenzione, curiosità, facoltà alla lettura ed al racconto, favorendo quindi l’interazione negli anziani (che hanno molta esperienza e molto da raccontare).
L’albo, a volte, è protagonista anche a teatro, dove viene utilizzato per la realizzazione di spettacoli come nel caso di “Prima di me”, rappresentato dai bambini dell’Asilo Miroglio (Alba), e “C’era una volta una bambina”, tratto dall’omonima storia scritta da Giovanna Zoboli ed illustrata da Joanna Concejo , messa in scena dal Teatro della Tosse (Genova) . Lo spettacolo, pensato per bambini dai 5 anni in su, prevede la lettura integrale del testo ed il comparto visivo si attiene fedelmente alle illustrazioni originali, sottolineando l’attenzione ed il rispetto con cui si guarda a questi libri.
Antonella Capetti, che ha lavorato per 17 anni alla scuola dell’infanzia e da 15 insegna alla primaria, ci ha raccontato la sua esperienza con l’albo illustrato quale strumento per avviare diverse attività e mezzo per parlare ai bambini che, ovviamente , vogliono vedere le immagini e nonsemplicemente ascoltare: per questo si è adattata a leggere “al contrario”, in modo da poter mostrare le figure mentre legge la storia.
L’albo è un comodo strumento perché breve, autoconclusivo; permette di parlare, argomentare, confrontarsi; ai piccoli coinvolti viene infatti poi chiesto di esporre le loro opinioni in forma scritta e disegnata: questo favorisce la libertà di espressione perché ognuno ha il proprio spazio e non viene influenzato preventivamente dalle opinioni e dal giudizio degli altri.
Il vantaggio della lettura ad alta voce sta nel fatto che l’ascoltatore può davvero concentrarsi sulla storia, anziché sulla decodifica del testo e della performance di lettura: è un metodo inclusivo e democratico.
Da queste esperienze, raccontate nel suo blog APEdario nasce il libro “A
scuola con gli albi”.
Sante Bandirali ha portato invece la sua esperienza in campo editoriale, spiegandoci i “libri in simboli”. Uovonero ha scelto infatti di rivolgersi a quei bambini con difficoltà cognitive: testo ed illustrazioni sono affiancati dai simboli, un terzo canale comunicativo che ne facilita la comprensione, e le pagine sono sagomate per renderli più maneggevoli. Questo intento ha dato vita alla collana Pesci Parlanti in cui appaiono i “logogrammi” che rappresentano una parola o un intero concetto (questo non significa che i bambini possano leggere da soli; è piuttosto uno strumento in più per accompagnarli verso l’autonomia).
Del resto, ci ha ricordato Sante, “l’uomo da sempre utilizza i simboli”: dalle pitture rupestri alle più recenti icone, passando per i segnali stradali.

Questa idea si è poi estesa ad altre case editrici (Babalibri, Bohem Press, Camelozampa, Coccole Books, Giralangolo, Kalandraka, Kite edizioni, Il Leone Verde Piccoli, Lo Stampatello, Sinnos, Topipittori), che hanno rieditato titoli già sul mercato per renderli fruibili a tutti, dando vita al progetto Camilla: Collana di Albi Modificati Inclusivi per Letture Liberamente Accessibili .

Giulia Mirandola che nel 2016 ha fondato il progetto culturale Il
Masetto con il focus della lettura visiva dello spazio e del paesaggio di montagna, ci ha confermato che è possibile trovare nell’albo terreno fertile per educare, perché le immagini ”non subiscono, bensì producono esperienze“ come scrive Horst Bredekamp nel suo saggio “Immagini che ciguardano. Teoria dell’atto iconico” .

Avere una visione è un atto culturale.
Le immagini sono atto di verbalizzazione, quindi possono essere sufficienti ai fini della comunicazione. La lettura delle immagini nei libri porta alla letture delle immagini fuori dai libri, per questo ha ideato il progetto di
educazione visiva “La mia valle” per raccontare il territorio attraverso due ottiche diverse: il contributo di un illustratore che proviene da un altro territorio (come Alicia Baladan, Marina Girardi , Pia
Valentinis ) e quello dei giovani abitanti che invece vivono quel
territorio. L’artista quindi realizza la mappa, poi insegnanti e bambini sviluppano il progetto di lettura visiva dei luoghi e degli spazi.
Un altro progetto incentrato sulla lettura del paesaggio e della narrazione visiva per approfondire la riflessione sul luogo è “Montagna disegnata”, che si avvale di albi illustrati e fotografici – prevalentemente senza parole- quali strumento di indagine ed espressione di realtà soggettiva (anche in
questo caso sono state coinvolte illustratrici, tra le quali Marina Marcolin
, Giulia Sagramola, Violeta Lopiz).
Il mio resoconto si chiude qui. Sono state tre ore dense di informazioni e stimoli; chi l’avrebbe detto che dentro ed intorno ai libri “per bambini” ci fosse tanto da fare a da pensare?
Desidero ringraziare tutti quelli che hanno dato il loro contributo durante e dopo la conferenza permettendomi di scrivere e migliorare questo resoconto e Laboratorio Formentini per aver fornito lo spazio e la possibilità di tenere questo incontro.