Lo Zugzwang
Quando mi trovo in classe con i miei studenti, spesso parlo di come un illustratore, o considerando uno spettro più ampio, il freelancer in genere, deve sapersi muovere nel mondo del lavoro. A volte si tratta di buona educazione come quando ci si trova davanti al muro del pianto alla BCBF.
Sul muoversi gli scacchi sono forieri di esempi. Esiste infatti un’ironica situazione che si chiama Zugzwang (sfido a pronunciarlo bene) ed avviene quando non ci sono mosse vantaggiose possibili ma per regolamento siamo obbligati a muovere o fare qualcosa ma questa situazione porta sempre a soluzioni poco proficue.
Purtroppo questo accade anche nella libera professione e cosa ancora più ironica a volte siamo noi stessi ad essere autori del nostro zugzwang.
Lo Zugzwang capita a tutti, nulla di cui avere paura ma può nascere come una piccola incertezza che cresce a tal punto da farci dubitare di come lavoriamo.
Per questo ecco alcuni possibili Zugzwang da tenere sotto controllo per evitare di dover affrontare situazioni poco gratificanti.
Se invece vi trovate nel bel mezzo di uno Zugzwang fate un bel respiro e chiamate un po’ di colleghi per sfogarsi (spesso sono la migliore terapia).
CASO 1: Sentirsi un cerchio in un mondo di ovali.
Quando si riceve una commissione può capitare di sentirsi degli incapaci totali. Questo è l’errore più grave che si può commettere e allo stesso tempo il più comune perché se non credete in ciò che fate come farà un cliente ad essere soddisfatto o credere in voi?
Questo comportamento spesso è il frutto di tanti pensieri negativi su se stessi e su ciò che si fa.
Cambiare questo modo di fare è fondamentale, ecco perciò alcuni consigli.
- Focalizzate l’attenzione su ciò che vi fa stare bene, sembra banale ma creare un ambiente positivo ridurrà lo sfigogrigiume.
- Il vostro cliente ha scelto voi. No Pinco e neanche Pallo ma voi. Se qualcuno, che non vi conosce se non per ciò che fate crede in voi a tal punto da darvi dei soldi, perché voi non credete in voi stessi e nelle vostre capacità?
- Essere inadatti è il primo modo per autodistruggersi e se proprio vi sentite così chiedetevi da cosa nasce questo sentimento. In genere la risposta è sempre la stessa: dovete studiare. Approfondite fino alla millesima parte del millesimo ciò che vi fa tentennare. La vostra debolezza può diventare un ariete con cui sfondare il mondo ma dovete credere in ciò che fate.
CASO 2: Il confronto inconfrontabile
Un mio caro amico un giorno mi vide triste e sconfortato perché non riuscivo a fare un disegno. Gli dissi che mi sentivo una cacchetta perché lui sapeva usare qualunque tecnica e io no. Mi rispose con una frase che ricordo ancora. “Non fare confronti, io sono più grande di te, ho fatto un percorso diverso da te e ho esperienze diverse da te. Non possiamo disegnare allo stesso modo.”
Questo mi rincuorò tantissimo e da allora lo uso come un mantra. Non utilizzare gli altri come confronto ma come un traguardo. Vi sentite uno schifo se guardate un vostro disegno e uno della Deutremere(e chi non si sentirebbe così! )?
Non paragonatevi a lei ma cercate di fare dei lavori che siano alla sua altezza.
In genere anche qui, questo senso di confronto autolesionistico si sconfigge in un modo: studiare. Studiate le tecniche e gli artisti che vi piacciono ma mi raccomando non copiateli (altrimenti è plagio)!!
CASO 3: il bianconiglio
Quando si riceve una commissione ci sono due attitudini al lavoro. La prima è quella di un fast and furious dove si va 300 km/h per i vicoli di Macerata l’altro è quello della tartaruga hippie con la red bull alla fine della consegna.
Il tempo nel nostro lavoro è un concetto fuorviante perché l’atto creativo è di per sè un atto impossibile da quantificare. Un centimetro di tela potrebbe impiegare ore e ore di lavoro mentre un pannello di un metro solo pochi e semplici gesti.
Per questa ragione quando ricevete un lavoro con una scadenza ragionate sempre sulla tecnica che utilizzerete, create una area di lavoro (digitale o reale che sia) confortevole, dividete il lavoro per gradi, fatevi un planning giornaliero e vedrete che potrete lavorare senza scapicollarvi tutto all’ultimo o esaurire le energie già dopo pochi giorni.
Spero che questa guida sia utile per tutti e se avete altri casi da Zugzwang scriveteci!