Le immagini parlano – la composizione
Quando si parla di immagini e d’illustrazione spesso si pensa prevalentemente alla sua estetica, qualcosa che faccia dire “WOW!”.
Un buon colore, un bel contrasto possono fare la differenza, questo è certo, ma una buona (non per forza bella) immagine ha bisogno sempre di due cose per poter funzionare alla grande e poter “parlare”.
La prima cosa è avere un messaggio, qualcosa da dire allo spettatore, che può essere un sentimento, uno sponsor.
La seconda è avere una composizione che supporti e renda il messaggio quanto più incisivo possibile.
Senza la composizione il risultato è una immagine bella, ma vuota come le foto dei costumi da bagno.
Un ottimo esempio, decisamente attuale, è invece la copertina del Time riguardo la questione del confine messicano.
L’avrete sicuramente vista.
La copertina ha uno sfondo rosso, con al centro una bambina e a destra Trump che la guarda.
Il senso è incisivo e diretto: la bambina ha bisogno di aiuto, piange, e il presidente americano impedisce a lei di attraversare il bordo della copertina che diviene il confine.
Qui tutti gli elementi sono pensati per essere perfetti per il messaggio che è anche il titolo (cinicamente ironico) del numero di Luglio: “Welcome to America”.
L’autore è stato superbo nel piazzare la bimba al centro della copertina e rivolta a destra (là dove la direzione e il senso della scena dovrebbe chiudersi).
Non è troppo a destra nè a sinistra. La centralità la rende immobile, statica per non dire impotente. Fosse stata più da un lato o dall’altro si sarebbe creata uno spazio più dinamico e una scena con una velocità. Qui invece si vuole rendere tutto immobile, fermo, impotente.
Trump è a destra e di lui non vediamo tutta la figura ma solo quello che sporge dal bordo bianco.
Lui è il limite, che occupa superando anche la scritta letteralmente invadendo lo spazio che non gli appartiene (graficamente parlando).
Ciò che si prova guardando la copertina è un primo senso di impotenza, ci sentiamo subito la bambina che piange e subito dopo ci sentiamo Trump, altezzosi che guardano chi soffre non facendo nulla per aiutarli scatenando in noi un senso di colpa.
Tutto questo solo grazie alla composizione!
Ora però avendo analizzato così l’immagine vi propongo un gioco.
Qui sotto ci sono alcune varianti dove ho spostato gli elementi, secondo voi il messaggio verrebbe veicolato con la stessa potenza? Il senso cambia?
Ditecelo!
E se vi ho messo quel giusto pizzico di curiosità, se volete saperne di più sulla composizione, continuate a seguirmi e iscrivervi al webinar “Dove cade l’occhio“!
Ne vedrete delle belle (di immagini)!