Intervista a Marta Alacevich – vincitrice del concorso Città del Sole 2017
Marta Alacevich è la vincitrice del concorso La città del sole 2017. Con le sue splendide illustrazioni ci accompagnerà tutto il prossimo anno con il suo calendario dal titolo “Paesaggi familiari”.
Non è il primo concorso vinto da Marta, infatti nel 2015 vince il primo premio del concorso Sergio Fedriani.
Rapiti dai sui disegni e la sua fantasia noi abbiamo deciso di conoscerla meglio.
Ciao Marta, raccontaci un po’ di te.
Ti aspettavi di vincere il concorso? Come è nata l’idea di Paesaggi familiari?
Tanto per cominciare ti confido una cosa: questa è la prima intervista della mia vita! Lo dico subito, sia per ammettere che sono un po’ emozionata, sia per avvisare che…vediamo cosa viene fuori!!
Vincere il concorso è stata una grande e bella sorpresa, come un desiderio espresso sottovoce che si è realizzato.
Anche superare la prima selezione era stato molto emozionante, perché avevo già immaginato di non essere stata selezionata, visto che la risposta tardava ad arrivare. Ovviamente, come tutti, un po’ speravo di vincere; ero molto soddisfatta delle tavole con cui ho partecipato, ma fino alla fatidica telefonata con la bella notizia è stato un continuo altalenarsi di pensieri come “Certo che potrei anche vincerlo questo concorso…” e ”Ma figurati se lo vinco proprio io!!”.
Come nasca un’idea non è tanto facile da spiegare, è come andare a ripercorrere con la memoria un sentiero che si è percorso quasi senza accorgersene, cercando di ricordarne passaggi e dettagli. Credo che l’idea di Paesaggi familiari sia nata perché mi è sempre piaciuto giocare con i diversi e doppi significati che possono avere le parole e le immagini e mescolarle insieme. Poi sono mamma di un bimbo piccolo, grazie al quale è diventato naturale provare a immaginare come veda le cose dal suo punto di vista, tutto grande e nuovo, tutto alto. Così, mescolando questi due ingredienti, è nata l’idea che ha dato vita al mese di gennaio e via via agli altri che compongono il calendario.
Qual è il mese che più ti rappresenta nel tuo calendario?
Mmmh…forse è aprile il mese che mi corrisponde di più; mi sento un po’ come uno dei due bimbi esploratori! Anche a me il mondo appare spesso grande, colorato, bello, ma quasi frastornante, così mi viene spontaneo “rifugiarmi” nei particolari, focalizzare l’attenzione sulle cose piccole per non perdermi in quelle grandi. In effetti è sempre stato così, ora che ci penso.
Raccontaci della tua tecnica e materiali che utilizzi.
Per il calendario ho lavorato in digitale, pur utilizzando una tecnica quasi manuale, cioè usando pochi pennelli e colorando tutto tratto per tratto, come se colorassi un foglio di carta con le matite o i gessetti. Non è da tanto che ho imparato ad usare la tavoletta grafica, così lavorare in questo modo è stata “un’arma a doppio taglio”: da un lato ha semplificato moltissimo soprattutto la parte delle modifiche che mi sono state richieste via via per ogni mese, dall’altra, essendo un’indecisa cronica, mi ha dato anche la possibilità di cambiare dettagli insignificanti potenzialmente all’infinito… Per fortuna la data di consegna mi ha impedito di continuare a fare modifiche impercettibili, altrimenti forse il calendario sarebbe uscito verso il 2019…
In generale a me piace anche usare gli acquerelli, in modo molto elementare, gli acrilici, il collage…e in particolare mi piace molto l’incisione. Ultimamente mi piace moltissimo anche dipingere sulle pareti, o meglio la decorazione muraria.
Chi sono gli artisti a cui ti ispiri?
Non ho artisti precisi di riferimento, almeno coscientemente, c’è semmai una lunga serie di artisti e illustratori che mi piacciono moltissimo (e che mi sembrano inarrivabili!), che via via ho “immagazzinato” nel cuore e che in qualche modo sicuramente influiscono sul mio modo di disegnare e colorare. Si va da artisti come Chagall e Van Gogh, a illustratori come Emanuele Luzzati, Štĕpán Zavřel, Axel Scheffler, Quentin Blake, Sophie Fatus, …e tanti altri più o meno noti e più o meno contemporanei, come Sergio Fedriani, Lucia Scuderi, Felicita Sala, Ilaria Guarducci…
Consigliaci tre albi illustrati che, secondo te, non dovrebbero mai mancare in una libreria.
Oddio…solo tre? Ne ho diversi in testa che stanno già sgomitando…ti risponderò pensando a quelli che più hanno toccato le mie corde recentemente, ma anche a quelli che mi incantavano da bambina.
Uno che mi piaceva tantissimo quando ero piccola è Il libro dei mestieri di Richard Scarry; mi ricordo che stavo a cercarne tutti i particolari, perché è pieno di storielle in ogni scena, e il bello è che mi succede anche adesso! Tutti i suoi libri sono ricchi di un umorismo accattivante che incuriosisce i bambini.
Un altro è sicuramente L’isola del nonno di Benji Davies, un autore e illustratore inglese, mio coetaneo, che con poco testo e con immagini piene di colori e poesia fa sorridere, commuovere e cattura sia grandi che piccoli. Anche gli altri suoi libri sono bellissimi e poetici, col mio bimbo li leggiamo e rileggiamo di continuo, e piacciono sia a lui che non ha ancora due anni, sia a me che, hem, ne ho un po’ di più!
E per ultimo scelgo Il buco, di Anna Llenas, un’autrice e illustratrice catalana che usa il collage e tantissimi colori. Ci sono libri per bambini che…come dire, nutrono l’anima anche degli adulti. Ecco, questo libro per me è stato molto nutriente!
Hai altri progetti per il 2018?
Per il momento come illustratrice no, bisogna che mi metta di gran lena a lavorare per proporre i miei lavori a qualche editore. Ho qualche lavoro di decorazione per camere di bambini da portare avanti. Poi, ma è una cosa che per il momento mi frulla solo in testa, mi piacerebbe lavorare nelle scuole in qualche modo, o con laboratori o altro…vedremo cosa salterà fuori dal cappello!
Intanto…buon anno a tutti!!
Ecco i link per seguire Marta Alacevich