Intervista a Giulia Amoruso (Juice for Breakfast) – Ingredienti coraggiosi
Sapevate che “Anche I Fagiolini Vanno Nello Spazio”?
No? Allora dovete subito rimediare.
Questo è un po’ il mantra di Giulia Amoruso, blogger, graphic designer, illustratrice, che attraverso il suo progetto “Ingredienti coraggiosi” ci racconta come chiunque, perfino una ciliegia, un limone, un toast, può superare le proprie paure e realizzare i propri sogni.
Giulia, raccontaci un po’ di te, qualche retroscena della vita da freelance. Qual è la tua giornata tipo?
Le mie giornate sono sempre diverse, ma cominciano tutte allo stesso modo, con una buona colazione. Mi sveglio sempre verso le 9 e dopo una passeggiata con Toby e una fetta di pane con burro e marmellata mi metto al lavoro.
La mattina è sempre dedicata all’organizzazione, alle email e quando c’è il sole alle foto. Amo variare e per questa ragione cerco di dividere la giornata lavorativa in tanti piccoli momenti. Per un periodo ho utilizzato la tecnica del Pomodoro , poi questa divisione è diventata naturale e ho abbandonato il timer, semplicemente organizzando la mia agenda in blocchi da 30 minuti, al massimo un’ora.
In questo modo, ogni giorno, riesco ad avanzare con tutti i progetti in corso, mantenendo la mente attiva e l’interesse alto.
Cerco sempre di dedicarmi un’ora piena di pausa pranzo, per cucinare qualcosa di buono, fare due passi o riposarmi prima di riprendere.
Il pomeriggio è dedicato alla produzione, all’illustrazione e al lavoro per i miei clienti. Non so mai a che ora spegnerò il computer, ma va bene così. Dipende sempre dai lavori in corso, dai feedback e dal periodo.
Nella mia settimana c’è solo una costante, il lunedì sera, dopo il primo giorno di lavoro (per me sempre quello più duro!) prendo la mia bicicletta e pedalo fino alla lezione di coro. Questa attività extra mi aiuta tantissimo a staccare completamente e a cominciare la settimana con la giusta carica. Non sono una cantante, ma consiglio a tutti di trovare qualcosa di completamente diverso dal proprio ambito lavorativo: stimola la creatività, aiuta a relazionarsi e naturalmente mette di buonumore 🙂
Come nasce il tuo progetto “Ingredienti coraggiosi”?
Il progetto è nato mentre vivevo a Roma. Ho passato due anni in questa meravigliosa città, ma il nostro rapporto è sempre stato di amore/odio. Ho avuto un periodo difficile, in cui concentravo tutte le mie energie sul lavoro, principalmente per i miei clienti. Cominciavo a perdere di vista le piccole cose e i miei grandi sogni. La città mi spaventava: la sua grandezza, le persone che non conoscevo, le novità.
Durante il mio viaggio a Lisbona avevo comprato un libro, “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale. Quel libro parlava di coraggio, di curiosità e di amore. Suggeriva di dedicare dieci minuti al giorno alla scoperta del proprio quartiere, dieci minuti per parlare con qualcuno di nuovo, dieci minuti per avventurarsi. Avevo deciso di abbracciare la sfida, di fare lo stesso. Così Roma, piano piano, sarebbe diventata più ‘mia’.
Nello stesso periodo il mio professore di illustrazione dell’Accademia mi aveva proposto di lavorare ad un libro per bambini, argomento a scelta e carta bianca. Ne ero certa: il cuore del progetto sarebbe stato proprio il coraggio. Roma era ormai casa, ed ero riuscita a superare alcune tra le mie più grandi paure. Volevo a tutti i costi riuscire a trasmettere questo messaggio ai lettori, grandi o piccoli che fossero: la paura non è una nemica. Mette in moto, dentro di noi, dei meccanismi potentissimi di autodifesa. E poi c’è il desiderio di conquista, la volontà di superare una paura trasforma un’esperienza potenzialmente negativa in una grande avventura.
Il ricordo di quella piccola o grande esperienza costruisce una memoria positiva, ed è così che la nostra mente si convince che sì, possiamo davvero farcela. Possiamo realizzare tutto ciò che desideriamo, possiamo conquistare la nostra città, portare a termine un progetto che sembra impossibile, possiamo essere noi stessi e possiamo essere sinceramente, meravigliosamente coraggiosi.
Quando hai pensato di autoprodurti?
Il libro “Il Portapranzo Di Timmy Tod” (primo volume della collana Ingredienti Coraggiosi) doveva finire tra le mani di un editore, o almeno questo era il piano iniziale. Il contatto, però, era saltato proprio all’ultimo. Il libro rischiava di restare nel cassetto della mia scrivania per un tempo indeterminato, ed eccola lì…la volontà di trasformare un’occasione mancata in una nuova opportunità, in una piccola esperienza di coraggio.
Per pubblicare il libro ho utilizzato CreateSpace e Kindle Direct publishing. Il sistema è davvero semplice ed efficace, perché consente di pubblicare un libro (anche illustrato) e di distribuirlo poi tramite tutti i canali tradizionali (librerie, negozi online, biblioteche), senza alcun investimento iniziale.
Il libro viene stampato on demand, naturalmente con la possibilità di revisionare una copia stampata prima di confermare la pubblicazione.
Questa esperienza di self-publishing si sposa perfettamente con la missione di Ingredienti Coraggiosi: quando credi in un progetto e lo desideri fortemente, puoi davvero farcela con le tue forze, trasformare un sogno in realtà.
Cosa consiglieresti a chi vuole iniziare ad autoprodursi?
Ho due consigli a riguardo: uno di testa, uno di cuore.
1. Fatevi aiutare, trovate qualcuno che vi affianchi nella stesura o almeno nella revisione del vostro libro. Anche se decidete di autopubblicare la fase di editing è importantissima. “Il Portapranzo Di Timmy Tod” è stato pubblicato solo dopo la terza revisione e ancora oggi, rileggendolo, trovo passaggi, frasi o illustrazioni che vorrei migliorare. Un occhio esterno è assolutamente fondamentale per pubblicare con più serenità.
2. Non abbiate paura del giudizio degli altri sull’autoproduzione. Questo sistema di pubblicazione ‘libera’ innesca un meccanismo di pregiudizio spesso difficile da superare. Molte persone pensano che l’autopubblicazione sia un fallimento o “l’ultima spiaggia”, perché se decidi di auto- produrre quasi sicuramente le case editrici “non ti volevano”. Non è detto, non sempre è così. Se credete nel vostro progetto e scegliete questa strada dovete esserne convinti. Per noi di Ingredienti Coraggiosi il self-publishing è stata una scelta, una valida alternativa e una conferma della nostra missione. Se amate il vostro libro e questo canale rispecchia i valori del vostro progetto, non abbiate paura e cominciate l’avventura.
Spiegaci perché hai scelto degli ingredienti come protagonisti del tuo libro? Qual è il tuo legame con il cibo?
Ho sempre visto faccine buffe dappertutto, soprattutto nel cibo. Da quel che ricordo, ho sempre avuto questa tendenza ad ‘umanizzare’ qualsiasi oggetto. Spesso le faccine sono già lì: nelle goccioline di pioggia, nelle venature delle foglie, nella sabbia. Altre volte mi basta immaginare un paio di occhietti ed un sorriso per rendere simpatico persino un broccolo.
Quando ero piccola detestavo il minestrone. Però, al suo interno, vedevo le verdure formare faccine, casette, animali. Forse tutto ha avuto inizio con quel piatto (che tra parentesi, oggi adoro!).
Avevo bisogno di una banda di personaggi buffi, interessanti, curiosi e coraggiosi. Tra tutte le opzioni a cui avevo pensato, il cibo sembrava la soluzione più interessante, anche perché avrei potuto trasformare alimenti poco apprezzati dai piccoli in characters divertenti.
Qual è l’ingrediente che preferisci? E a quale ingrediente ti riconosci?
Senza ombra di dubbio Hamburger. Non solo è il mio personaggio preferito a livello ‘visivo’ ma è anche quello in cui mi immedesimo.
Hamburger sogna di poter fare qualcosa di grande, che sembra impossibile: toccare il cielo con un dito. Solo che non è alto e non può chiaramente volare. Però Hamburger decide di non abbandonare il suo sogno. Grazie ai suoi amici Insalata, Pomodoro e Formaggio Hamburger realizza il suo grande obiettivo e ricorda a tutti che l’unione fa la forza e che non bisogna mai aver paura di chiedere aiuto.
Mi sento molto simile a lui. Amo stare da sola ma riconosco il valore inestimabile delle collaborazioni, delle amicizie, delle persone a cui voglio bene. Circondarmi di persone positive che supportino i miei obiettivi e che siano positive e propositive è fondamentale per me. Quando sono circondata dall’amicizia e dall’amore so per certo di poter fare qualsiasi cosa.
Ho letto, in “Anche I Fagiolini Vanno Nello Spazio: Il Quaderno Degli Ingredienti Coraggiosi”, che Toast è riuscito a volare e Fico è diventato un bibliotecario felice. Qual è stato il sogno più grande che hai realizzato? Cosa scriveresti nel tuo diario coraggioso?
Il mio sogno più grande è proprio quello che sto vivendo: la mia Characters Factory e aver trasformato la mia più grande passione in un vero lavoro. Non posso dire di averlo completamente realizzato, perché è un sogno in continua crescita e non credo sarà mai ‘finito’.
Anche questa per me è una grande conquista: poter continuare a crescere con le mie storie, i miei personaggi, i miei clienti. Non smettere mai di imparare, curiosare, costruire, raccontare.
Sul mio diario coraggioso probabilmente scriverei un grazie grandissimo, e lo circonderei con le fotografie, i disegni e le parole delle persone che ho incontrato lungo il mio percorso. Fino ad ora, questa è senza dubbio la più grande avventura che abbia mai vissuto, ed è assolutamente straordinaria.
Dicci il tuo motto!
Creativity is the power to connect the seemingly unconnected – William Plomer
E
Tutto è possibile, tu sei possibile.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Al momento stiamo pensando al terzo libro della collana di Ingredienti Coraggiosi 🙂 Sarà un libro ancora più interattivo e non vediamo l’ora di metterci al lavoro.
Per adesso, però, il progetto più grande è il trasferimento nel mio nuovo studio. Non posso ancora dire nulla, ma vi racconterò tutto molto presto!
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Grazie per la tua disponibilità Giulia, e per la positività che ci hai trasmesso con le tue parole e con i tuoi “Ingredienti coraggiosi”.
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