French Toast Club /1 – SÉBASTIEN MOURRAIN
Sébastien Mourrain è stato uno dei primi illustratori francesi che ho conosciuto, a una cena, molti anni fa, insieme a Magali Clavelet. Da allora ci siamo incrociati spesso ai saloni, ma solo negli ultimi anni abbiamo cominciato a collaborare.
Insieme abbiamo fatto diversi libri: Top car, Bronto mégalo sauree il suo seguito Tyranno petite soeur. E poi Chez moi e infine Petit pois, l’unico tradotto in Italia (con il titolo di Fagiolino per Il Castoro) che in Canada ha anche un sequel, Le grand voyage de petit pois, (al quale presto seguirà un terzo titolo).
I libri di Sébastien sono poco tradotti in Italia, ma da grande fan del suo lavoro ve li consiglio. A me è piaciuto molto Tuk-Tuk express, scritto da Didier Levy e ho adorato Végétarien di Julien Baer. Mi è piaciuto anche Santa Fruta, di Delphine Perret, ma sono soprattutto fan di un altro suo libro realizzato con Delphine, la cui edizione italiana è la scusa per inaugurare questa nuova rubrichetta e per intervistarlo.
Il libro è BIGOUDI, tradotto in Italia da Kite Edizioni: si tratta della storia di una nonnetta con molti hobby: la ceramica, la palestra, le amiche con cui prende il tè.
E poi, ogni mattina, c’è il suo giro rituale: il cappuccino da Luigi, un ritocco alla frangetta da Orlando il parrucchiere, poi una capatina da Georges il macellaio e infine un salto dal signor Yamasaki, a prendere un hot-dog.
Un giorno però qualcosa sconvolge la sua routine…
Non vi racconto altro, ma passo la parola a Sébastien!
Innanzi tutto, benvenuto! Sono molto contento di inaugurare proprio con te questa nuova rubrica! In Italia purtroppo ci sono pochissimi tuoi libri tradotti, ma spero che dopo questa intervista avrai molti più fan! Nel frattempo, dimmi: conosci l’Italia? Sei mai stato alla Fiera di Bologna?
Adoro l’Italia! Sono di origini italiane dalla parte di mia mamma, ma non ci sono andato spesso. Conosco Roma, Venezia, Milano e Bologna. Mi piacerebbe andare a Napoli e Pompei non appena potremo viaggiare di nuovo.
Alla Fiera di Bologna sono stato tre volte. La prima quando ero ancora studente, poi due volte come illustratore. È una tappa indispensabile per chi vuole lavorare nell’ambito dell’editoria per ragazzi. Ed è li che ci siamo incontrati la prima volta circa… 20 anni fa? Mi piacerebbe tornarci, perché oltre alla fiera c’è la città e i ristoranti!
E già, era 20 anni fa! Come passa il tempo! E l’illustrazione italiana invece? La segui? Hai degli illustratori preferiti tra gli italiani?
Sì, conosco un pochino l’illustrazione italiana. Trovo magnifico il lavoro di Beatrice Alemagna e poi c’è Lorenzo Mattotti, che ha influenzato moltissimi illustratori.
Mi piacciono anche Roberto Innocenti e Chiara Carrer.
Parliamo di Bigoudi. Come è nata la tua collaborazione con l’autrice, Delphine Perret?
Conosco Delphine da molto tempo perché eravamo in studio insieme. Mi piacevano le sue storie così le ho chiesto di scrivermene una. E non sono rimasto deluso! Mi è subito piaciuta questa nonnetta. Abbiamo condiviso la fase di ricerca scambiandoci idee sia sui disegni che sul testo. Delphine sa trasmettere le emozioni in modo semplice. È un’autrice per ragazzi di grande successo in Francia. È stata anche la prima volta che ho lavorato con l’editrice di Les Fourmis Rouges, Valérie Cussaguet, e ne ho un ottimo ricordo.
Parliamo del personaggio di Bigoudi. Ti riconosci un po’ in questa nonnetta? Sei un abitudinario?
Bigoudi è una persona che ama la vita nel suo quartiere e che ha una certa dose di gioia di vivere, per cui sì, mi ci ritrovo. Ho bisogno di vedere gente, di parlare di tutto e di niente davanti a un bicchiere, seduto al tavolino di un bar. E di andare a zonzo senza una meta precisa. Ho pensato soprattutto a mia nonna quando ho disegnato Bigoudi. Anche lei aveva una gran gioia di vivere.
Avrei voluto chiederti, come fanno sempre i bambini, se ci sarà un seguito di Bigoudi, ma conosco già la risposta: c’è! Però, più che di un sequel si tratta di un prequel. Come mai avete pensato di raccontare la giovinezza di Bigoudi?
È stata un’idea di Delphine. Penso che si sia affezionata, come me, al personaggio, e che volesse scrivere una storia più vicina all’età dei lettori. Ma c’è anche una dimensione storica. Bigoudi ha cose da raccontare sulla sua vita.
Nella tua carriera hai illustrato diversi classici, come Le mystère du scarabée d’or o Barbe-bleue e parecchi libi che hanno in comune soprattutto lo humor.
Hai voglia di esplorare altri generi?
Ho illustrato Dr. Jekyll e Mr Hyde, il libro più cupo al quale abbia mai lavorato. Mi è piaciuto molto farlo e qualcosa volta mi piacerebbe ritornare a questo genere di illustrazione. Sennò, ricevo e leggo molti testi, romanzi, fumetti, non ho un genere preciso prediletto. In un testo cerco un certo tipo di scrittura, di stile, di ritmo.
E fumetti? Hai mai pensato di farne?
Mi propongono spesso sceneggiature ma non mi sono ancora deciso a buttarmi e farne uno. I fumetti mi piacciono ma temo la quantità di lavoro e l’impegno che ci vuole per farne uno. Mi chiedo: sarei capace di arrivare fino in fondo? O mollerei prima?
Hai sempre lavorato su testi altrui, ma ho visto che invece per Hector & Louis hai scritto anche la storia. Hai voglia di parlarcene?
Sì, Hector & Louis è il primo libro di cui sono anche autore. Kamy Pakdel, direttore artistico di Actes Sud junior mi ha incoraggiato a scrivere i miei testi da me, ci ho provato ed eccolo! È una storia fantastica che ha come tema l’assenza, l’amicizia e l’immaginazione. Ho scritto un’altra storia che esce a maggio: Le grand voyage de Flamingo, sempre per Actes Sud Junior. È la storia di un salvagente che fa il giro del mondo.
55 jours chez mon chat è il diario del lockdown che hai disegnato durante la primavera del 2020. Come hai vissuto la situazione generale legata al covid19?
E come vedi il futuro?
Come dicevo prima, sono un po’ come Bigoudi. Ho una vita sociale molto ricca e il Covid ha soppresso ogni piacere quotidiano nella vita di quartiere. Ho vissuto la situazione come una intensa privazione di libertà. Anche se so che la lotta contro questo virus è una questione molto complicata.
Disegnare il mio gatto durante il lockdown dell’anno scorso, che è stato molto duro, mi ha permesso di fare qualche cosa. All’inizio era solo un carnet di schizzi, ricordi della mia famiglia e del mio appartamento, oltre che di questa situazione inedita. Postando ogni giorno un disegno sui social, si è trasformato in testimonianza.
Per il futuro, io sono ottimista di natura. So che ci ritroveremo a cantare e ballare come prima. Come se tutto questo fosse stato solo un brutto sogno
Abbiamo parlato di
BIGOUDI
di Delphine Perret e Sébastien Mourrain, Kite Edizioni
Bibliografia essenziale di Sébastien Mourrain
ABC MÉLODY
Tuk-Tuk express, testi di Didier Levy
ACTES SUD JUNIOR
Chez moi, testi di Davide Calì
Héctor & Louis, testi di Sébastien Mourrain
Qui a peur des momies? testi di Fleur Daugey
COMME DES GEANTS
Petit pois, testi di Davide Calì
Le grand voyage de petit pois, testi di Davide Calì
LES EDITIONS DES ELEPHANTS
Top car, testi di Davide Calì
LES FOURMIS ROUGES
Louise, ou l’enfance de Bigoudi, testi di Delphine Perret
Santa Fruta, testi di Delphine Perret
HÉLIUM
Végétarien, testi di Julien Baer
LA MARTINIÈRE
Un jour, testi di Guillaume Guéraud
SARBACANE
Bronto mégalo saure, testi di Davide Calì
Tyranno petite soeur, testi di Davide Calì
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