Fotografia e illustrazione #2 – Attimo e composizione
In una frazione brevissima di tempo possono accadere molte cose, dalle meno significative a quelle davvero importanti. In questi casi, il compito di un disegnatore e di un fotografo, non è solo catturare materialmente quell’istante, ma capire quando farlo e soprattutto come, allo scopo di caratterizzare e migliorare la narrazione.
Lo spazio-tempo nel disegno
Con la matita o con la macchina fotografica è possibile fermare il tempo. Lo facciamo in continuazione, senza neanche rendercene conto.
Un esempio di “cattura dell’attimo” avviene durante la costruzione di una tavola illustrata o di una sequenza a fumetti. Attimo e composizione sono due concetti che possono viaggiare a braccetto. Ogni tavola (o vignetta) corrisponde a una frazione di tempo della storia, come anche la rispettiva estensione spaziale, ovvero la grandezza. Tale estensione si può descrivere come il tempo che il lettore impiega per la lettura della scena. Questi due elementi (o momenti) non sempre coincidono. Dipende infatti dalle dimensioni dell’immagine, dal tipo di inquadratura e dalla forma della composizione determinare il tempo migliore per catturare l’attimo. Un esempio:
Per imprimere un certo tipo di suggestione nel lettore, l’artista può intervenire sulla grandezza della tavola. Per rappresentare un’ambientazione immensa e comunicare magari un senso di isolamento (tenendo presente che nella maggior parte dei casi la sguardo e la lettura tendono a postarsi orizzontalmente), il disegnatore ricorrerà all’uso di una tavola sviluppata in orizzontale, posizionando il punto di interesse come fulcro dell’attenzione all’estremità destra (un personaggio o una città da raggiungere), ovvero dove l’occhio del lettore termina la lettura. In questo caso il tempo viene dilatato dalla forma, dalla lunghezza e dalla composizione della tavola. Diversamente, tavole o vignette ridotte in estensione suggeriscono sensazioni e tempi molto brevi, a impatto rapido.
Un esempio di una tavola sviluppata in orizzontale, in cui si vede il personaggio procedere da sinistra verso destra per raggiungere il punto di interesse. In questo caso l’artista suggerisce diverse informazioni: dove ci troviamo (noi spettatori); il movimento del personaggio (da sinistra verso destra) che sta salendo le scale; il punto d’arrivo. L’atmosfera è rilassata, il ritmo è lento.
La composizione e l’attimo catturato in fotografia (di Camilla Messini)
Quando si parla di regole della composizione in fotografia dobbiamo ricordare che non si trattano di regole assolute; possono essere omesse in base a ciò che si vuole comunicare con l’immagine. Una delle più importanti, utilizzata per secoli dai pittori e tuttora molto diffusa nella composizione di una fotografia, è la regola dei terzi.
Dividendo il fotogramma in terzi (sia la lunghezza che la larghezza) e ponendo il soggetto su uno dei punti di intersezione delle linee immaginarie ottenute, si ritiene che l’immagine risulti più dinamica e interessante.
La regola dei terzi si basa sul concetto matematico di ‘sezione aurea’; in realtà la suddivisione in terzi è molto approssimativa, in quanto il formato fotografico non è un rettangolo aureo. Non tutte le composizioni fotografiche devono seguire necessariamente questa regola, in alcuni casi la centralità diventa il punto di forza dell’immagine.
Un esempio pratico di regola dei terzi applicata in fotografia (foto di Camilla Messini)
‘Per me la fotografia consiste nel riconoscimento immediato, in una frazione di secondo, del significato di un evento e di una precisa organizzazione di forme che danno all’evento la sua migliore espressione’ – Henri Cartier-Bresson
Spesso delle fotografie interessanti, belle, vengono associate alla fortuna; la fortuna di aver catturato un particolare movimento, la fortuna di aver trovato una particolare luce, la fortuna di essere posizionati in un punto favorevole.
In realtà, nella maggior parte dei casi, dietro a un singolo scatto si presentano diverse scelte da parte del fotografo, che fanno di quel ‘cogliere l’attimo’, non un momento di fortuna, ma un attimo programmato nei minimi dettagli.
Le analisi da fare prima del momento dello scatto sono molteplici. Si va dalla scelta del soggetto, ovviamente, all’analisi dello stesso; si studia lo sfondo, il posizionamento dell’oggetto rispetto allo sfondo, per finire alla scelta e all’attesa del “momento giusto”.
La parte più stimolante probabilmente è proprio l’attesa. È tutto lì! Essere pazienti, aspettare il momento migliore, meditare e lasciarsi andare, magari facendo saltare schemi e regole, un po’ come avviene quando abbiamo davanti un bel foglio bianco e siamo ispirati.