Dei nostri limiti, e di cosa ci possono insegnare.
Alzi la mano chi non ha mai provato ansia di fronte ad un periodo di lavoro intenso, di consegne pressanti e di richieste in continuo cambiamento.
Lo faccia anche chi non si è mai sentito inadeguato rispetto ad altri colleghi, a cui attribuisce uno stile più maturo e personale, una maggiore capacità di comunicazione o ancora meglio una maggiore legittimità nel proporsi, per ragioni tanto evidenti quanto mai ben dichiarate.
Se poi vogliono essere così gentili da farsi avanti anche tutti quelli che di fronte ad un rifiuto hanno incassato il “no” come un regalo, gradito esattamente come la proposta di un contratto, allora non mi devo stupire se guardandomi intorno, invece di una foresta di manine che si agitano per attirare la mia attenzione trovo occhi sbarrati, sorrisi imbarazzati e sguardi che contengono il palese interrogativo: “ma come ha fatto questa a sapere come mi sento?” Sapete come ho fatto? Ci sono passata. Ho creduto che gli altri fossero sempre più bravi di me. Ho pensato di non farcela. Ho temuto i rifiuti, e ho ricevuto feedback come condanne.
Per tanto, tanto tempo.
E questo mi ha incastrata in una condizione che non mi piaceva, alla quale reagivo chiudendomi, evitando le situazioni in cui potevo esprimere il mio punto di vista “creativo”, per timore di non essere capita. Così facendo mi sono nascosta, mi sono soffocata, mi sono addirittura “mascherata”, faticando sempre di più a bilanciare desideri e realtà.
Attraverso il coaching ho scoperto che la sindrome dell’impostore è una delle maggiori cause di autolimitazione.
Parlo di quella sottile convinzione di essere un bluff, perché siamo convinti che gli altri siano davvero perfetti come cercano di sembrare, mentre di noi stessi conosciamo – e per fortuna, lasciatemelo dire – l’imperfezione. Ma ho anche scoperto che non sempre è uno svantaggio.
Niente è mai solo positivo o negativo.
Bisogna fare attenzione a ciò che ci insegna. Per esempio a conoscere i nostri limiti, a lavorare per superarli, e quando non è possibile a farli diventare vantaggi su cui puntare per portare a casa i risultati che vogliamo.
Sì, ve lo garantisco, si può!