
Illustrare ad acquerello #2 : acqua, macchie e libertà
Torniamo ai nostri acquerelli! Ci siamo lasciati “fra le mele”. Ora che spero abbiate le pareti della vostra stanza piene dei vostri esercizi naturali… andiamo avanti!
Questione di acqua:
Vi sarete accorti che tutta la difficoltà dell’acquerello sta nel dosaggio dell’acqua. La tonalità dei colori, la resa dei chiaroscuri, la maggiore o minore intensità, la realisticità del risultato finale dipendono tutti dall’uso che decidete di fare di questo medium col quale avrete un rapporto conflittuale, di amore e odio. Almeno per me è stato così!
L’acqua è vostra amica nel momento in cui “imparate a prenderla”
Tanta acqua significa: colori molto chiari e diluiti, presenza di eventuali “macchie” difficili da gestire (sulla questione macchie ci torniamo fra poco!), ma anche sofficità, leggerezza, atmosfere sognanti che sono poi il bello dell’acquerello!
Poca acqua significa: Colori più definiti e forti, risultato finale più preciso, probabilità inferiore di dover interagire con le “macchie”. Ma poca acqua significa anche usare gli acquerelli in modo snaturato. Avrete probabilmente un risultato che si può raggiungere in modo molto meno faticoso con altri tipi di colori come gli acrilici
Dunque qui si tratta di:
1) Fare tentativi. Provare e riprovare per cercare di entrare in confidenza con l’acqua. Bagnate prima la carta e poi dipingetevi sopra. Guardate l’effetto bagnato su bagnato. Poi fate il contrario. Guardate l’effetto bagnato su asciutto. Vi renderete conto voi della diversità dei risultati e delle atmosfere che vengono a crearsi.
2) Iniziare a farsi delle domande sullo stile che più vi si addice, sul mondo e sulle atmosfere che vorreste creare. Tutto il resto viene approfondendo, guardando il lavoro dei maestri, ed esercitandosi. Avere poi un buon occhio e tanta intuizione di certo non guasta!
Le Macchie:
Le Macchie saranno il vostro peggior incubo. Le vedrete ovunque. E attraverserete la fase in cui dipingerete con l’obiettivo di evitarle. L’interazione con l’acqua comporta l’altro rischio che il colore si mescoli ad essa creando delle forme che isolate sono spettacolari ed evocative, ma che quando vanno a posizionarsi proprio sul volto del vostro soggetto… bè ecco, avrete l’impulso di stracciare tutto e ricominciare da zero.
Ma le macchie possono diventare parte del vostro stile laddove impariate a controllarle e a renderle protagoniste del dipinto.
Anche in questo caso si tratta di scelte. Per intenderci al meglio è utile osservare il lavoro di una grande maestra come Marina Marcolin, che grazie alla sua spettacolare padronanza della tecnica è riuscita ad usare le macchie per rendere atmosfere uniche, il punto forte del suo stile. Lo stesso può dirsi di Alessandro Sanna.


Al polo opposto, uno stile completamente pulito, preciso e privo di macchie è quello di Giovanni Manna. Questo confronto vi permette di comprendere come una stessa tecnica possa essere usata in modi così diversi, eppure tutti così efficaci!

Il mio consiglio è di non fossilizzarvi su un unico modo di dipingere. Ognuno ha il suo. Andate dove vi porta il cuore.
L’importanza dell’errore e la libertà di provare:
Il mio ultimo e spassionato consiglio, è uno di quelli che in realtà la parte saggia di me stessa rivolge continuamente alla parte perfezionista di me stessa: abbiate pazienza. C’è un detto che dice: “col tempo e con la paglia maturano le mele” (e nel nostro discorso calza proprio a pennello!). Col tempo e con la dedizione i risultati si vedranno. Ma questo comporta accettare che sbagliare è uno dei passi fondamentali nel percorso di crescita artistica.
Sentitevi liberi di pasticciare, provare, cambiare stile quando e come vi va, non abbiate ansie da prestazione. Copiate e osservate i grandi, senza l’aspettativa di doverci riuscire la prima volta.
Copiando i migliori (e non riuscendoci) capirete le vostre inclinazioni personali. In cosa e perché siete diversi. Leggete, osservate, esercitatevi con tutta la gioia possibile. Chi lavora col sorriso, a piccoli passi, di sicuro raggiunge la meta.
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