Come non sembrare scemi davanti ad un contratto!
Se esiste un argomento in cui tutti ci sentiamo impreparati, i contratti sono al primo posto (o al massimo al secondo).
Questo articolo è nato dopo il confronto con dei colleghi che non sapevano minimamente destreggiarsi con i contratti per l’illustrazione.
Questo mi ha fatto pensare. In realtà ci penso ogni volta, perchè ogni contratto sembra uguale al precedente eppure è diverso.
A parte la diffusa ignoranza sull’argomento – che dobbiamo tutti colmare – di seguito inserisco alcune voci che, con molta probabilità, si potranno incontrare in un contratto.
Prima vorrei iniziare con qualche punto imprescindibile:
1- Il contratto lo propone l’editore, non il contrario. I termini del contratto possono essere stabiliti da entrambi (editore e illustratore). Se un editore vi chiede di proporgli un contratto accendete la spia di allarme sul vostro cruscotto.
1B- a volte il committente non ha idea di che contratto farvi perché può essere anche per lui la prima volta. L’Associazione “Autori di Immagini” per gli iscritti propone un “contratto tipo” che può essere utile.
2- Non tutti i tipi di illustrazione sono con cessione dei diritti. Fare un libro di editoria per l’infanzia, solitamente, ricade nella cessione dei diritti, fare una tavola per dei magazine no.
3- Tutti i contratti devono presentare una scadenza dei lavori. A volte possono indicare anche solo il mese e l’anno ma una scadenza deve esserci. Una scadenza permette a voi di potervi organizzare con altri lavori (è bello avere l’ansia da consegna) e all’editore di rispettare il suo calendario editoriale.
Detto ciò proseguiamo.
Questo settore è un po’ fetente. A volte essendo una zona grigia, dove le parti coinvolte non sempre sono a conoscenza di tutti gli aspetti dei contratti, capita che qualche furbetto provi a strappare un contratto svantaggioso per la controparte.
È capitato a tutti agli inizi, poi si impara.
Non voglio entrare in merito di ciò che riguarda le cifre (non è questo il luogo), ma sicuramente mentre si stipula un contratto esistono domande più che legittime da poter fare e che non vi faranno sembrare minimamente più stupidi ma solo più professionali.
1-Prezzo di copertina e tiratura.
A volte un editore vuole pagarvi in royalties (ossia una volta che il libro sarà stato stampato e distribuito). Personalmente non consiglio questa forma di pagamento, ma la vita è la vostra. In tal caso prima di accettare dovrete fare qualche domanda per capire se sarà vantaggioso o meno.
Poter sapere quante copie vogliono stampare e quale sarà il prezzo di copertina vi farà capire quale sarà la cifra esatta massima che potrete ottenere con una percentuale su ogni libro.
Il 5% di 10€ è 50 centesimi. Se il libro avesse una tiratura di 300 copie il prezzo finale potrebbe essere 150€.
Probabilmente meno.
Se la tiratura fosse di 5000 copie il guadagno potrebbe salire.
Parlo di “guadagno massimo” perché alcuni libri potrebbero danneggiarsi e andare al macero, altri essere utilizzati per la promozione e altri rimanere invenduti e quindi la cifra diminuisce.
Il guadagno ovviamente potrebbe durare anni e di conseguenza la cifra andrebbe divisa. Probabilmente il primo anno si guadagna di più e poi via via la cifra diminuirà.
2- Rendiconto
Il rendiconto è il resoconto di quanto il vostro libro ha venduto nell’ultimo periodo. Chiederlo è legittimo e poter scrivere sul contratto ogni quanto debba essere fatto il rendiconto è giustissimo.
Il rendiconto spetta all’editore e sarà lui a spedirlo tramite mail o cartaceo. Se un editore non vi vuol far vedere il rendiconto guardate il cruscotto che si è accesa la spia.
3- Copie all’autore
A volte capita che un editore (mi è capitato soprattutto con l’estero) non mandi copie all’illustratore. In genere il minimo sindacale dovrebbero essere due, altri arrivano a 10. Provate a chiederlo, in genere nessuno ve lo nega.
4- Diritto di riutilizzo
Potrebbe capitare che il vostro libro possa essere ideale anche per altri tipologie di prodotti come articoli di cartoleria, gadget, serie TV, ecc.
Poter chiedere di ottenere una percentuale sulla vendita dei diritti sui nuovi utilizzi è più che giusto. A volte gli editori accettano e altre volte no. Qui si apre un mondo a me ignaro, ammetto, ma ciò che disegnate intellettualmente parlando è vostro e poter controllare ciò che diventa dovrebbe essere sensato. A volte gli editori pagano qualcosa in più per poter avere il controllo totale di ciò che avete prodotto. La scelta dipende solo da voi se accettare o meno.
In futuro spero di poter approfondire l’argomento per permettere a tutti di essere più sicuri quando bisogna mettere la firma sul contratto.
Siamo illustratori, ci piace disegnare, ma purtroppo i contratti fanno parte del nostro lavoro quindi armatevi di pazienza perché da qui non si scappa!