Wonder – Scegli di essere gentile
“Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”.
A undici anni, i ragazzini si trovano davanti alle prime grandi difficoltà della vita: le scuole medie. Per un bambino come August non è la scienza avanzata o i compiti in classe a spaventarlo, ma la reazione dei suoi compagni quando lo guardano per la prima volta.
È un bambino che fa cose normali come mangiare il gelato, andare in bicicletta e giocare all’Xbox, ma Auggie sa di non esserlo, poiché quando qualcuno lo guarda per la prima volta distoglie lo sguardo oppure si mette a urlare. Per questo motivo Auggie adora la festa di Halloween; è l’unico momento in cui può uscire di casa senza sentirsi osservato da chiunque.
Wonder è un libro che affronta temi non così semplici da proporre a ragazzini delle medie, eppure l’autrice (R.J.Palacio) ha saputo raccontarlo attraverso i punti di vista dei vari personaggi in modo da non vedere Auggie solo attraverso i suoi occhi, ma ci lascia scoprire le sincere reazioni di chi gli sta intorno. Sua sorella Via farebbe qualsiasi cosa per difenderlo da chi lo addita per strada, ma nel nuovo liceo dice ai suoi compagni di essere figlia unica. Anche lei ha problemi con la sua migliore amica, ma vede i suoi genitori preoccuparsi solo per Auggie. Jack, il compagno di banco, è un personaggio da non sottovalutare. Rappresenta il punto di vista dell’autrice che in un’intervista ha raccontato che la prima volta che si è trovata davanti a un bambino affetto dalla sindrome di Treacher-Collins ha portato via i suoi bambini dal parco per evitare che il più piccolo scoppiasse in lacrime. Dopo quell’episodio ha deciso di scrivere un libro il cui protagonista fosse proprio un bambino con la faccia deforme a causa di quella malattia, e ne è venuto fuori un libro che si può leggere a ogni età, dal quale si impara a non giudicare dalle apparenze. Infatti è proprio questa la grande difficoltà dei compagni di scuola di Auggie; riuscire a vederlo così come lui vede se stesso: come un bambino normale.
Mi sono affezionata ad Auggie perché in fondo la sua storia potrebbe essere quella di chiunque, almeno una volta, si sia sentito diverso agli occhi degli altri. Giudicare senza conoscere in profondità è l’errore che commettiamo più spesso, e questo ragazzino con il casco da astronauta ci ricorda che non si giudica un libro dalla copertina o una persona dalla sua faccia.