Le vacanze che vi meritate. Torna un Wonder trio d’eccezione per darvi un sacco da fare durante le pause.
Come diceva Confucio? Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche per un giorno della tua vita? Mi spiace, Confucio, mi permetto di dissentire. Per me è più: scegli il lavoro che ami e lavorerai SEMPRE. Arrivo così alla fine di questo anno complicato, felice in realtà (perché sì, Confucio, un po’ di ragione ce l’ha) e stanchissima per questi tempi dilatati e poi compressi e poi dilatati nuovamente in cui anche il lavoro ha subito non poche trasformazioni.
In quanto freelance, avevo già rinunciato di default alle ferie nel senso classico del termine, ma più che mai quest’anno mi ha obbligato a ragionare su che tipo di vacanze dovessi prendermi (a volte impormi, a volte subire), specialmente quando la testa ha iniziato ad accumulare tensione e confusione nel digerire tutto quello che stava succedendo attorno.
Sulla scia di questi pensieri torna eccezionalmente il Wonder Trio (la rubrica con cui vi ho tenuto periodicamente compagnia qui l’anno scorso) con un terzetto generoso di stimoli ed esercizi, con libri che somigliano più a dei quaderni e, più precisamente, a dei quaderni delle vacanze.
#1
“Cuaderno de vacaciones” non vi suona rassicurante, lo so, in mezzo al gran da fare che il 2020 ci ha imposto. Ma fidatevi di me, anzi, fidatevi di Grassa Toro e Isidro Ferrer che l’hanno assemblato. Non uso questo termine a caso: se conoscete un po’ il lavoro di Isidro Ferrer sapete che i suoi non sono solo disegni, ma vere e proprie piccole messe in scena con sculture, oggetti quotidiani che si trasformano ed elegantissime composizioni di forme e colori. Il testo, ahimè, è solo in spagnolo (e, se non lo conoscete, quello di tradurlo è l’unico vero esercizio richiesto), ma ci si orienta bene tra le frasi minime e direttissime che scandiscono queste pagine in formato A5. La prima cosa che ci dicono è che questo non è un quaderno delle vacanze (visto? Ve lo dicevo che vi dovevate fidare…), ma è un quaderno per far sì che sia vacanza quando vorrete che sia vacanza.
Gli esercizi sono capriole del pensiero, squat per il nostro arrugginito senso critico, corse a ostacoli per occhi dai riflessi pronti. Alcuni sembrano semplici, ma se starete al gioco seriamente (come in tutti i giochi bisognerebbe fare) vi accorgerete che non esistono soluzioni ovvie: dividi i seguenti attori in gruppi decidendo chi di loro fa ridere, chi fa piangere e chi fa pensare. Quelle che sembravano solo innocue fisionomie sintetizzate su generici sassolini si trasformano immediatamente in un dispositivo per disinnescare delle domande o, meglio, per indagare la nostra capacità di darci delle risposte.
La mia pagina preferita? Senza dubbio quella del “Trova le 700 differenze” in due identiche… forse… quasi… non proprio uguali… in effetti molto complesse… fette di pane.
#2
Avanzo seguendo il coniglio (in fondo ce n’era uno anche sulla copertina del “Cuaderno de vacaciones”), ma non quello bianco. Stavola seguo il coniglio nero. Seguo il coniglio nero, panciuto e per nulla preoccupato di perdere tempo, che ha disegnato Guridi nel suo “Guarda qui! Un libro per immaginare”. Se prima avevamo un quadernino, ora abbiamo per le mani un quadernone con tanto di elastico old style e un mucchio di pagine che chiedono di essere completate. A Coniglio Nero (perché proprio così si chiama) piace viaggiare, inventare canzoni, farsi nuovi amici… ma siamo noi a dover dare corpo alle sue avventure e fantasie, disegnando o incollando frammenti di mondo negli ampi spazi vuoti a disposizione. La grafica è un mix di elementi fotografati, assemblati a collage, di texture, di alfabeti. Tutti i segni convivono democraticamente sul diario di bordo di Coniglio Nero e ci incoraggiano a contaminarli con i nostri. Ci sono imprese gloriose come illustrare i passaggi del triplo salto impossibile della pulce Enrichetta e ci sono polaroid vuote da riempire con scatti reali o immaginati e ci sono teste di cucchiai di legno da trasformare nei componenti della tua famiglia. Il tutto rigorosamente “senza fretta” come specificato nel retro di copertina, in basso a destra.
#3
Non si poteva, davvero non si poteva compilare questo Wonder Trio senza citare la regina degli esercizi rivoluzionari. Eccola allora, Keri Smith, in tutto il suo splendore con una nuova uscita che, a differenza delle precedenti, stavolta somiglia in tutto e per tutto a un albo tradizionale (ha persino la copertina rigida), ma se lo si guarda meglio…
Primo passaggio: sollevare la sovracoperta di “Distruggi questo libro illustrato” e seguire il tutorial che ci invita a confezionare i personaggi di sughero che sbucavano già dalla copertina e dai gustosissimi risguardi. Se invece non avete resistito e avete iniziato a sfogliare le prime pagine, avrete subito riconosciuto la Keri Smith che amiamo, quella che prende le cose e ci sfida a fruirne in altro modo, a nostro rischio e pericolo. Ad essere “in pericolo” è proprio il corposo albo illustrato, seduto lì da solo nella prima pagina ad aspettare… noi, ovviamente! Ci verrà chiesto di annusarlo, toccarlo con i gomiti, suonarlo, aiutarlo a realizzare i suoi desideri. Il libro illustrato diventa un compagno di giochi, è proprio lui il personaggio della storia che è una storia fatta di esplorazioni (e da Keri Smith un po’ ce lo aspettavamo) e di pasticci, abbandonando la paura di “rovinare” e riscoprendo la gioia di “usare”, nel senso più ampio del termine.
“Il libro ha bisogno di riposarsi?” Se sì, allora siamo pronti alle ultime pagine; se no, allora siamo invitati a ricominciare da capo come un bellissimo gioco infinito che poi è proprio quello che dovrebbero essere le vacanze, no?
Grassa Toro, Isidro Ferrer
Libros del zorro rojo
Guarda qua! Un libro per immaginare
Guridi
Coccole books
Distruggi questo libro illustrato
Keri Smith
Corraini