
I paesaggi commestibili di Carl Warner
Foodscapes, è il termine coniato dal fotografo inglese Carl Warner per definire i suoi “gustosi” scatti dall’atmosfera surreale. Ed è questa fortunata serie che nel 2008 porta il nome di Warner tra le pagine di Times e alla collaborazione al fianco dei più rinomati marchi del mondo alimentare.
Ma facciamo un passo indietro.
Il percorso di Warner è un ottimo esempio del lungo viaggio che intraprende chi fa della creatività il proprio mestiere. Warner frequenta il Kent College di Arte e Design a Maidstone con l’intento di diventare illustratore, ma come accade a molti durante il percorso di studio, rimane affascinato da un’altra forma di comunicazione. La fotografia è più immediata ed eccitante per Warner, così rinuncia all’illustrazione e studia fotografia a Londra.
Dopo una insoddisfacente esperienza come fotografo pubblicitario, torna alla ricerca di qualcosa che riesca a saziare il suo appetito creativo. Ma accade solo per caso che un giorno passeggiando al mercato si imbatte in dei funghi dall’aspetto bizarro, simili ad alberi che si potrebbero trovare in chissà quali mondi extraterrestri. Decide così di comprarli e fotografarli nel suo studio, inscenando un piccolo set in miniatura sul suo tavolo da lavoro.
Parecchi anni dopo i suoi Foodscapes vengono ancora realizzati nel suo studio londinese, inscenati sulla cima di un grande tavolo triangolare. La composizione viene poi fotografata dal primo piano fino allo sfondo. È un lavoro lento e meticoloso: spesso il cibo secca, muta o si deteriora colpito dalle luci del set, ed è necessario quindi essere rapidi ma precisi. Gli elementi vengono spesso fotografati separatamente per poi essere riuniti in post produzione. Ogni immagine può richiedere fino a due o tre giorni di lavoro per la costruzione del set e la produzione degli scatti, ed altrettanto tempo viene impiegato per l’elaborazione e post produzione dell’immagine.
Questi paesaggi non sono mai banali, ricchi di dettagli armoniosi e sempre equilibrati, frutto di un consapevole studio e un lungo periodo di progettazione. Come spiega Warner, dopo aver concordato il progetto realizza delle bozze su carta e cerca gli ingredienti più adatti con la collaborazione di un food stylist. Warner racconta che il suo non è solo un duro lavoro, sono tanti i momenti di divertimento, come quando dopo ore passate ad osservare cavoli, carote e patate, sorprende lo sguardo incuriosito e diffidente dei passanti.
Ecco che nel 2012 pubblica “A World of Food“, libro indirizzato al mondo dell’infanzia: all’interno ogni immagine è accompagnata da una poesia che invoglia il bambino a scoprire da solo gli ingredienti che compongono l’opera. Lo scopo del libro è quello di modificare il rapporto, spesso conflittuale, che i bambini hanno col cibo e incoraggiarli a sviluppare un’educazione all’alimentazione sana. È qui che le opere di Warner si trasformano in illustrazioni piacevoli agli occhi quanto al palato.

Nell’opera di Warner anche un semplice spicchio d’aglio può, per una volta, essere la luna.
E così un fiocco di mais potrà diventare una foglia, mentre un lecca lecca si traveste, con un pizzico di immaginazione, in un alberello.
La vera magia è nascosta nella quotidianità. Nulla è mai ciò che sembra.