Fotografia e illustrazione #1 – Il colore e la luce
Ogni forma d’arte vive e si evolve in una dimensione propria, ma tutte – dal fumetto, alla scultura – fanno parte di un unico, gigantesco insieme.
Metaforicamente parlando, non sarebbe molto diverso dall’osservare un pianeta ricco di vita, con la sua flora e la sua fauna e tutti i relativi dati fisici. Troveremo quindi collegamenti tra un’espressione figurativa o astratta e l’altra; legami, sottili o spessi, che compongono il pianeta Arte.
Fotografia e illustrazione fanno evidentemente parte di questo grande insieme. Gli elementi che formano la fotografia e l’illustrazione spesso si muovono nella stessa direzione e noi, come osservatori, li percepiamo come componenti di un unico gruppo.
Per un illustratore, l’avvicinamento alla fotografia può avvenire in maniera molto naturale. In alcuni casi chi disegna su un foglio – di carta o digitale – sente il bisogno di vivere le immagini anche attraverso l’obbiettivo di una macchina fotografica. Altrettanto naturalmente l’artista sceglie di utilizzare la fotografia come base per i propri lavori; non sono pochi, infatti, gli illustratori che ricorrono alle foto (perlopiù digitali) per costruire illustrazioni, anche sotto forma di collage, o semplicemente per ricavare texture personali ad alta risoluzione. Immagini che diventano un tutt’uno per raccontare…
Il colore, l’uso iconico
Nella maggior parte dei casi fotografia e illustrazione hanno come scopo quello di narrare una storia, attraverso l’uso di una o più immagini.
L’uso di colori caldi – espansivi per l’occhio umano – avvicinano un oggetto (o il soggetto) all’osservatore. Percepiremo così tutto molto più vicino, al contrario di quello che accade con l’uso di colori freddi. Gli azzurri, i viola e i verdi sono detti infatti colori centripeti, ovvero capaci di attirare a sé la luce circostante, accentuando la distanza.
A proposito della distanza, è impossibile non citare l’esempio della prospettiva atmosferica: oggetti ed edifici all’orizzonte assumono di fatto una sfumatura uniforme tendente all’azzurro molto chiaro.
Tenendo in considerazione queste teorie l’illustratore o il fotografo scelgono la palette più adatta per la storia. In molti casi, soprattutto tra i più esperti, la teoria diventa un tutt’uno con la sensibilità artistica; l’occhio e la mente sono talmente allenati e in grado di armonizzare una foto o una tavola al punto da stravolgere persino la teoria, in certi casi.
Un esempio di prospettiva atmosferica. I toni degli edifici lontani tendono verso l’azzurro chiaro.
Il colore, informazioni tecniche (di Camilla Messini)
Il colore è il fenomeno relativo alla capacità dell’occhio umano di percepire le diverse lunghezze d’onda delle radiazioni elettromagnetiche. Quando si parla di luce calda generalmente intendiamo una luce che va dal giallo al rosso, poiché la nostra mente associa tali colori alla sensazione di caldo; quando invece si parla di luce fredda intendiamo una luce che va dal celeste al viola, poiché richiamano la sensazione di freddo. Maggiore è la temperatura colore più la luce risulta fredda e viceversa; minore è la temperatura colore più la luce risulta calda.
Altro concetto fondamentale per quanto riguarda la manipolazione del colore in fotografia è quello della saturazione. La saturazione può essere definita come la purezza del colore, nello specifico si tratta della percentuale di grigio presente nel colore stesso: più un colore si allontana dal grigio più è saturo, più si avvicina al grigio, invece, meno è saturo.
La luce, la fonte principale
L’illustratore, e spesso anche il fotografo, sistemano luci e ombre (e colori) molto prima di iniziare a lavorare sulla scena definitiva, attraverso un bozzetto preparatorio. Oltre a studiare e decidere la composizione migliore,
lo schizzo preliminare aiuta a definire l’intensità del quadro generale e ad avere fin da subito l’impostazione di base, dalla quale partire per arrivare all’illustrazione o alla foto definitiva.
Se non lo avete già fatto, come illustratori, provate a pianificare il lavoro partendo da un bozzetto piccolissimo (che sia digitale o su carta è lo stesso, ne ho già parlato qui ). Sopra le matite appena schizzate ragionate sui colori e decidete il punto da cui proviene la fonte luminosa. Siate molto spontanei e lasciatevi andare! In pochissimi secondi otterrete sia la palette colori da utilizzare sulle matite definitive, sia il quadro generale di luci e ombre. È un ottimo esercizio per allenare l’occhio all’uso dei colori, da fare preferibilmente tenendo a portata di mano qualche immagine come riferimento.
È praticamente impossibile, infatti, non ricorrere alle foto come supporto tecnico. Consultare libri fotografici o internet è di fondamentale importanza per avere riferimenti sicuri.
Un buon consiglio per chi inizia a fare illustrazione è quello di munirsi di una macchina fotograficaper studiare il comportamento della luce (e non solo), valutando l’esposizione in natura o da sorgenti luminose artificiali. In alternativa, si può costruire pian piano un solido archivio fotografico con immagini recuperate dal web, da riviste o da libri. In questo caso, social network come Pinterest aiutano a costruire delle vere e proprie bacheche tematiche, facilmente aggiornabili e disponibili sulla maggior parte dei dispositivi mobili come telefoni e tablet.
Luce, informazioni tecniche (di Camilla Messini)
La luce è l’elemento fondamentale della fotografia, infatti il termine “foto-grafia” significa proprio “scrivere con la luce”. In fisica le radiazioni luminose si manifestano come onde elettromagnetiche, l’insieme di tali radiazioni costituisce lo spettro elettromagnetico. La luce viene definita come parte visibile dall’occhio umano dello spettro elettromagnetico, che va dall’ultravioletto all’infrarosso.
In fotografia l’esposizioneè la quantità di luce che viene fatta giungere all’elemento sensibile della fotocamera (il sensore o la pellicola).
La corretta esposizione di uno scatto dipende da tre fattori fondamentali:
–Sensibilità (ISO): la sensibilità del sensore di recepire la luce;
–Tempo: l’otturatore determina per quanto tempo la luce colpisce il sensore;
–Diaframma: in base all’apertura del diaframma arriva più o meno luce al sensore.
Questa foto è stata scattata con un tempo lungo, precisamente un ¼. Un modo per lasciare che la luce disegni letteralmente il movimento di un oggetto o di una persona (foto di Camilla Messini).
Tempo e diaframma sono grandezze inversamente proporzionali, per mantenere una corretta esposizione, aprendo il diaframma è necessario velocizzare i tempi di scatto e viceversa. Una volta trovati i valori per una corretta esposizione della scena, possiamo variare la coppia tempo/diaframma in base all’effetto finale che vogliamo ottenere. Utilizzando tempi veloci l’azione presente nella scena viene congelata, utilizzando invece tempi lunghi si ha l’effetto della scia del movimento.