BCBF2018 – il mio pensiero in conclusione
Sono stato nei corridoi e gli stand della Bologna Children’s Book Fair, è questo è il mio pensiero.
I biglietti sono riversi a terra, il muro ormai sospira, così come gli addetti alla pulizia e gli standisti che avranno la schiena spezzata per gli scatoloni di libri. Quest’anno l’ente fiera ha avuto il suo bel da fare con la sostituzione di due padiglioni (il 30 e il 31 diventati rispettivamente 21 e 22). All’interno come sempre si respira un’aria frizzante anche se meno scenografica rispetto al passato.
Tutto è sembrato più sottotono, quasi come se fossero tutti più stanchi o confusi. Bellissima la mostra in onore di Gianni De Conno in collaborazione con Fabriano e AI. Entrarci verso le 15 con il sole che ritagliava le illustrazioni rendeva tutto più magico. Interessanti anche i convegni e le portfolio review (inaccessibili per chiunque si presentava con pochi minuti di ritardo). La mostra illustratori porta con se sempre pareri discordanti, ma l’allestimento non era tra i migliori anche se permette di risparmiare più spazio per le zone laterali. La Cina, l’Asia in generale, ovviamente ha spopolato in questi giorni. Gli stand erano decisamente scenici anche se mi ha lasciato perplesso vedere due stand della Korea! Il padiglione 31, la patria dei gadget, quest’anno è stata una delusione.
Nessuna bottiglietta d’acqua alla fragola, nessun strano gadget, solo una mascotte di Doraemon spaventosamente bassa. Oltre ad un semplice spostamento di stand quest’anno il discorso biglietti ha fatto il suo scalpore.
Qualche giorno prima dell’inizio della Bologna Children’s Book Fair, sui social era tornato alla ribalta l’argomento biglietti, io mi sono sempre astenuto dal pronunciarmi prima di trovarmi lì e vedere cosa sarebbe cambiato.
È normale pagare l’ingresso? Alla fiera del libro per ragazzi di Bologna per molti anni chi partecipava al concorso degli illustratori poteva entrare gratis. Molto probabilmente si è abusato di questa pratica per ottenere qualche pass per compagni e amici e passare una giornata tra i libri, questo ha portato quindi a perdere il privilegio del biglietto gratis (perché di privilegio si trattava) e ottenere solo un biglietto ridotto.
Di questo NOI tutti ci dobbiamo vergognare.
Ammetto che ho trovato poca chiarezza da parte dell’organizzazione. Qualche giorno prima, infatti, era saltato fuori un codice che dava gratuitamente l’accesso in fiera, anche se solo per pochi giorni, che tu fossi illustratore o meno. Ottenere biglietti e pass dalle case editrici con cui si lavora, lo capisco, nonostante questo impieghi una dose di pubbliche relazioni che non sono abituato ad avere, tutt’altro discorso è avere questo tipo di biglietto gratuito che è stato dato tempo dopo la richiesta del codice dei biglietti ridotti. Questo “biglietto gratis” spiega i bagarini fino alla biglietteria.
Beh, questo mi è sembrato decisamente una caduta di stile da parte dell’ente fiera e mi auguro che al prossimo anno ci sia una maggiore chiarezza sia sul limite di validità di ogni codice e fino a quando sia possibile richiederlo, e se esistono codici gratuiti da poter richiedere giustificando la richiesta.
Credo che, per concludere, quest’anno sia stato l’inizio di un cambiamento da parte della fiera in una direzione più professionalizzante, ma che debba ancora capire bene la mole e il genere di utenza che necessita più attenzione. Da illustratore mi aspetto una gestione degli incontri/convegni più adeguata al numero di partecipanti e se fosse possibile meno moquette puzzolente all’ingresso.