Aspirante Scrittore
Con vero piacere mi ritrovo ospite di questo spazio per descrivere un’esperienza inaspettata e assolutamente gratificante.
Mi occupo da diversi anni, per passione, di illustrazione (praticamente disegno da quando sono nato) e faccio libri popup con mio enorme piacere e divertimento (di questo probabilmente parlerò in un altro post), ma mai avrei pensato di poter vincere un primo premio scrivendo un racconto per l’infanzia. A scuola non sono mai stato una cima… anzi!
Vi racconto questo non per esaltarmi, ma perché spero possa rivelarsi utile per qualcuno.
Tutto è cominciato con una caduta sulla neve! Già proprio così!
Da buon palermitano emigrato, lavoro come insegnante di sostegno in Piemonte da qualche anno e, nonostante dovrei essere abituato alle strade ghiacciate, i miei piedi non la pensano allo stesso modo e vanno pazzi per gli scivoloni!
Dopo l’ennesima caduta, però, dovetti affrontare diversi giorni di fisioterapia che, guarda un po’, coincidevano con il concorso di racconti e illustrazione di Illustramente, con tema “Il Faro”.
Gamba sollevata su una sedia, elettrodi attaccati un po’ ovunque erano un bel modo alternativo per dirmi “Senti, organizzati se non vuoi schiattare dalla noia!”.
Detto, fatto!
Quaderno alla mano, penna pronta a scrivere e… il nulla più assoluto! E allora perché non disegnare, vi chiederete. La risposta è: non lo so!
Semplicemente sentivo l’esigenza di sperimentare un settore che da sempre ho trovato ostico ma, sicuramente, interessante!
La prima cosa che mi sono sforzato di fare è stata il non pensare di non saper scrivere, ma pensare solo cosa farebbero dei bambini di fronte ad un faro.
In questo caso la risposta è stata ben chiara fin da subito. Bastava riferirsi al gioco e alla fantasia, le quali rendono reale e divertente qualunque cosa.
Non vi svelo nulla del racconto che ne è venuto fuori. Se vorrete leggerlo lo troverete qui di seguito. Quello che voglio comunicarvi, in base a ciò, è di non essere mai troppo rigidi con se stessi. Il rischio, purtroppo, è quello di perdere magari occasioni di crescita e di confronto.
Darsi sempre delle possibilità è alla base di tutto perché, anche se non lo sappiamo, dentro di noi esistono delle capacità che aspettano solo di essere scoperte, osservate, tirate fuori e approfondite affinché diventino… che cosa? Beh, e io che ne so… Lo devi scoprire tu!
Racconto vincitore del primo premio del concorso di racconti e illustrazione di Illustramente il “Faro” di Antonio La Malfa:
UOMO IN MARE!!!
Atmosfera scura oggi in soggiorno. Una sola torcia accesa, un po’ di luce dalla cucina e nulla più!
Ah! Ah! Ah! Il grande John non perdona! – Queste sono le parole che spesso Giovanni pronuncia ai suoi nemici indossando come barca il quotidiano di papà.
Abbigliamento riconoscibilissimo. Un pezzo di stoffa sull’occhio sinistro, ritagliato dal grembiule di mamma; il nastro di una bambola che circonda la voluminosa testa e camicia obbligatoriamente a quadretti.
È il suo stile e non c’è niente da fare.
Anche gli altri invitati per l’occasione non sono da meno: ognuno ha un modo del tutto personale di essere un pirata!
In quanto a fantasia, però, Mattia è imbattibile. Approfittando della chioma lunga, sfoggia un codino degno del miglior condottiero. E che c’è di meglio di un uncino dentro un bicchiere di plastica per fare la mano monca? Il giornale del giorno prima è anche per lui una bella barca … sì … ma più grande di quella di John!
La battaglia è in mare aperto, ma altri protagonisti agiscono dalla terraferma. Quale sarebbe la terraferma? Ma che domande … dietro il divano, no?!
Ed è proprio da lì che, con fionda in mano, Andrea scruta tutta la situazione pronta a lanciare le palle di carta.
Un bel quadretto, non c’è che dire, in cui tutti sembrano divertirsi da morire … o quasi!
Mi spiace tanto Marcolino, ma a te è toccato il ruolo più noioso di tutti: il faro.
Forse essere il più piccolo di statura non ti avrebbe fatto mai pensare a questo ruolo. Ma niente paura, pur di non farlo loro, i tuoi cari amici hanno pensato bene di sollevarti dal pavimento su una bella cassetta da frutta rovesciata.
Il piccoletto, però, non sembra avere nessuna voglia di annoiarsi. Ha capito benissimo che il gioco degli altri dipende solo da lui e dalla sua bella lampadina, posta in alto sulla testa.
E già! Ogni tanto si gira da una parte, ogni tanto lo fa dall’altra e così decide chi potrà godere di un po’ di luce per colpire l’avversario.
Antonio La Malfa