Sull’onda dell’animazione – studio Ghibli e Kanagawa
A cosa pensate se vi nominassi la parola animazione?
Certamente sappiamo che, in cortometraggi o lungometraggi, l’animazione fa parte del mondo del cinema e, perché no, anche del mondo della televisione, mediante serie tv.
Racconta storie, più o meno complesse, simulando la realtà con una sequenza di disegni. Disegni… Illustrazioni, appunto.
Messe in sequenza, queste tavole illustrate ingannano il nostro occhio, che vede realizzare una vera e propria magia, il movimento! La storia così prende vita.
Ma non racconta solamente storie. L’animazione è capace di trasmetterci messaggi anche con i colori, forme, oggetti e immagini, prima ancora della storia in sé. Scelte stilistiche, storytelling e molto altro guidano lo
spettatore a scoprire qualcosa in più, stuzzicando la nostra immaginazione e curiosità a scoprire cosa si cela all’interno delle pellicole.
Ad esempio? In questa rubrica vorrei raccontarvi proprio queste curiosità dal mondo dell’animazione e direi di partire in bellezza con la pellicola: Ponyo sulla scogliera.
Ponyo sulla scogliera è un film diretto e creato nel 2008 dallo studio ghibli (Giappone) e distribuito in Italia appena un anno dopo.
Questa pellicola è una vera e propria fiaba per bambini e adulti con un’interpretazione tutta personale della favola originale “la Sirenetta” di Hans Christian Andersen e avendo come protagonisti Ponyo, una pesciolina che vuole vivere avventure e Sosuke un bambino che vive con la mamma in una città portuale.
Ma non voglio soffermarmi sulla storia in sé, che vi consiglio di recuperare perché è davvero tenera e leggera, quanto aprire una parentesi di curiosità su una scena particolare che fa omaggio ad una delle illustrazioni più celebri del Giappone.
“Sotto l’onda a largo” di Kanagawa
Ve lo sareste mai aspettato un simile accostamento con un film animato?
Premessa dell’opera originale: “Sotto l’onda” fa parte di una serie di stampe intitolate “le trentasei vedute del monte Fuji” e tutte, sono collegate per la presenza, più o meno rilevante, del monte in questione.
La grande onda, si solleva imponente, inquieta e dinamica, incurvandosi a sinistra, la vita dei pescatori è in pericolo e, come una piccola onda tra le onde, ecco spuntare il monte.
Ora prendiamo in esame quest’opera e immaginiamo di vederla con gli occhi innocenti di Sosuke, di appena 5 anni.
Le gigantesche onde dello tsunami, presenti nel lungometraggio, non sono espressione di una terra inquieta, movimento minaccioso del mare ma, al
contrario, sono ponte di comunicazione tra lui e la sua amica Ponyo.
La vitalità della protagonista ci rassicura e la spettacolarità del maremoto non ha nessuna traccia dell’originale drammaticità.
Le onde scure sono viste dal bimbo come dei pesci grandissimi che trasportano la sua amica su cui essa danza e corre energicamente (non vittima come la barca dei pescatori).
La visione magica e favoleggiante, va a scontrarsi con le sequenze della bufera percepita dagli adulti, come la mamma di Sosuke, che non riescono a vedere oltre l’alta onda marina, non riescono a percepirne la magia
nascosta.
Ed il monte Fuji? Nel film, come onda tra le onde, ecco spiccare la casa di Sosuke.
È particolare, dunque, come lo Studio Ghibli sia riuscito a ribaltare una visione che si ha di una catastrofe naturale, lasciando un messaggio positivo ai piccoli spettatori. Il mare è un’entità benevola e per questo
deve essere compresa, andando oltre la visione negativa. Dopotutto, tra quelle onde, potrebbe danzare proprio una piccola bambina dai capelli rossi.
Una visione fiabesca che omaggia la tradizione e riesce a strappare un sorriso anche agli adulti.
Conoscevate questo film? Avevate colto la citazione all’opera ottocentesca?
Coomenti 1
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