Dietro le quinte: Justin Sweet e l’amore al tempo dei videogiochi
Ci sono momenti della vita di ogni artista che iniziano guardando il lavoro di altri colleghi, dicasi “I GRANDI”. Momenti in cui la nostra inesperienza ci lascia attoniti dinanzi alla loro bravura.
Chilometri di mandibole spalancate a toccare il pavimento.
A me capitò con lui: Justin Sweet.
Era il 2001, ero a Taranto e in quel periodo ero sommerso nella lettura del Signore degli Anelli.
Appena potevo sognavo di cavalieri e hobbit, di maghi e orchetti, e gli scaffali della mia camera si riempivano di ogni sorta di diavoleria fantasy, dagli artbook alle miniature.
Un giorno trovai questo gioco: Icewind Dale (rieditato ultimamente). Conoscevo la serie nata da Baldur’s Gate e non vedevo l’ora di giocarci.
Scartato, installato e…
Ecco l’illuminazione.
Vidi questo:
Nella mia più totale ignoranza mi dissi che era l’ennesimo artista che usava Photoshop, ma quanto sbagliavo.
Justin Sweet mi fece conoscere Corel Painter e un modo completamente diverso di immaginare il fantasy.
Sino a quel momento la mia testa era piena di artisti come Alan Lee e Franzetta e ogni tanto anche Lockwood (che con la pittura ad olio fa venire i brividi!) ma mai nessuno fino ad allora mi aveva dato l’idea di come un’immagine potesse essere allo stesso tempo chiara ma senza dettagli, evocativa senza parlare troppo e tutto questo in digitale.
Da allora, ogni volta che potevo, lo cercavo su internet.
Ovviamente scoprii nel tempo i suoi contributi per Magic The Gathering (che è una vera fucina di artisti fantasy americani) e diversi lavori per la serie “Forgotten Realms”, ambientazioni fantasy per il gioco di ruolo D&D e i suoi disegni per Narnia.
In Italia questo genere di libri non suscita molto interesse, sopratutto per il suo stile, ma la Mondadori pubblicò il primo di una serie di volumi dal titolo “Edmund e la Strega bianca”.
Non credo che sia più ordinabile ma su Amazon si possono trovare anche gli altri 3 volumi (in inglese).
La sua tecnica richiama ovviamente lo stile di Franzetta ma ho avuto modo di vedere alcuni suoi screen mentre lavora con Painter. Assolutamente creativo.
Painter è stato per me una rivelazione e sapere cosa si può realizzare con questo software mi lascia sempre a bocca aperta.
Col suo stile digitale, Justin sembra lavorare ad acrilico e, senza preoccuparsi di proporzioni o composizioni, mescola e ricopre zone già fatte come se cercasse qualcosa nella sua testa piuttosto che nella realtà.
È incredibile a mio parere e chiunque dovrebbe avere in casa o nel pc una sua immagine.
In caso siate ancora curiosi di trovare suo materiale ecco qualche risorsa:
Online si trova solo un suo tutorial su TheGnomonWorkshop.com. Ne vale la pena!
Poi ovviamente c’è il sito ufficiale di Justin Sweet e anche Pinterest straborda di suoi lavori.
Infine segnalo un suo Kickstarter per un progetto con Vance Kovacs (altro grandissimo) per la realizzazione di un fantastico artbook: The Art of Eclipse: The Well and the Black Sea.
Spero che Justin regali anche a voi le belle emozioni che ha regalato a me.
Coomenti 1
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