WONDER TRIO: 3 libri repertori sblocca-testa
“Repertorio” è una parola che mi piace: è un insieme di risorse a disposizione, è una raccolta di cose trovate (a volte non necessariamente cercate), è un archivio e negli archivi (che siano armadi o hard disk) io sono curiosa di mettere le mani dentro sempre. Chiunque abbia fatto della creatività il suo mestiere sa che per costruire il proprio repertorio si attinge a chissà quanti altri archivi, filtrati, selezionati, smontati e depredati. E poi conservati, nelle cartelle del computer, nei meandri di una memoria non sempre infallibile, sugli scaffali. Ecco, a me fare una capatina nei repertori altrui fa sempre molto bene, soprattutto quando sento che nel mio mi sono smarrita o che non è sufficientemente ricco per soddisfare un immaginario ambizioso che vorrebbe crescere a perdifiato.
Nel film (tratto dall’omonimo romanzo) “Ogni cosa è illuminata”, il protagonista, Jonathan, raccoglie oggetti di famiglia, alcuni apparentemente irrilevanti se non addirittura un po’ morbosi, li conserva in piccole buste di plastica sigillate, li dispone con maniacale cura su una parete costruendo il suo personale repertorio di archeologia familiare che lo aiuterà a scoprire cose importanti. A volte penso che anche la mia testa funzioni un po’ come quella parete: se qualcuno la guardasse nel suo insieme ci vedrebbe solo una gran confusione. E invece io ci accumulo le cose che amo, mi ci perdo e poi mi ci ritrovo, ogni volta collegando gli indizi per testare una strada nuova e ci scopro cose di me che non sapevo ci fossero. Questo wonder trio è un omaggio a quella parete, un piccolo kit di coordinate per arricchire o scombinare la vostra, è un trio di “repertori sblocca-testa” per quando la testa è in crisi e ha bisogno di nuova benzina.
#1
Per chi disegna, questo articolo fatto a ridosso della Bologna Children’s Book Fair (uno dei principali eventi internazionali dedicati all’editoria per l’infanzia) suona come un presagio. Credo che, come a me, succeda anche a voi di andare in fiera e venire investiti da tanti di quegli stimoli che poi si finisce per tornare a casa combattuti tra la frustrazione di non disegnare mai più e la (per fortuna più forte) frenesia di sperimentare strade nuove, rifare il portfolio, dar fiducia a quell’intuizione che non pensavamo potesse trovare posto nel mondo e invece forse… Certo, ho esordito parlando di bacheche e pareti, ma tranquilli, non vi sto indirizzando verso il muro su cui in tanti sacrifichiamo cartoline promozionali, biglietti da visita e reliquie sperando che qualcuno se ne accorga. Vi porto da un’altra parte, dove si nascondono i repertori sblocca-testa dimenticati ovvero i cataloghi delle edizioni passate della fiera, in vendita proprio all’ingresso. Ogni anno il catalogo della Children’s Book Fair raccoglie in una bella edizione i contributi degli illustratori in mostra. Si tratta di una pubblicazione istituzionale, di rappresentanza, ma per noi anche di un promemoria di quel che, fiera dopo fiera, in qualche modo si è distinto e ha meritato un posto di maggior rilievo. Il catalogo dell’edizione in corso non è esattamente a buon mercato, ma quelli delle edizioni passate invece si possono trovare scontati anche a più del 50% (almeno così posso testimoniare per qualche fortunata annata). Unica incognita: non siamo in libreria, non sappiamo quali saranno disponibili (di solito un paio, a distanza di 4-5 anni). Ma anche questo fa un po’ parte del gioco dei repertori sblocca-testa: a volte sono loro a trovare noi anche se non sapevamo di averne bisogno. Perciò quest’anno, prima di abbandonare la fiera, aguzzate la vista per individuare il bancone in cui la vendita dei cataloghi è segnalata, chiedete, sfogliate e portatevene via uno (dopo aver fatto ben bene tutti i giri che dovete perché il suddetto pesa parecchio).
#2
Per recuperare un po’ di energie, affidiamoci ora a un repertorio “furbo”, uno di quelli che è anche un po’ un manuale, uno di quelli che possiamo sfogliare interpellandolo come un oracolo giornaliero per vedere quale consiglio ci propina oggi. Apro allora a caso la mia copia di “The illustration idea book” e… Marion Deuchars, oggi tocca a te!
Diviso in capitoli per catalogare le immagini in base all’idea o al meccanismo creativo di fondo che le contraddistingue, questo libro raccoglie 50 illustrazioni di 50 autori diversi del panorama contemporaneo internazionale. Creare personaggi, lavorare col lettering, ribaltare i clichè e così via, i titoli delle pagine corrispondenti a ciascuna opera schedata non sono i titoli delle immagini o i nomi dei relativi autori: sono la peculiarità che, all’interno di quella famiglia creativa, le rende efficaci. Il capitolo dedicato alla Deuchars è intitolato “Emotive animals. Expression through face and body” e parla dell’uso di animali antropomorfi come espediente per comunicare indirettamente un’esperienza che a volte può essere non solo universalmente condivisibile ma anche molto personale. L’illustrazione è tratta dal libro “Bob the Artist” e il protagonista è un uccello dalle gambe secche e il temperamento un po’ eccentrico. Marion racconta che pure lei da ragazzina aveva le gambe secche e le pesanti prese in giro l’avevano portata a non indossare la gonna, a sentirsi inadeguata e fuori posto come se le sue gambe non funzionassero come avrebbero dovuto. Dietro alla creazione di questo personaggio sta perciò l’urgenza di esorcizzare e superare un’esperienza traumatica.
Accanto a questo troviamo poi capitoli dedicati alla parodia nostalgica, all’inversione delle proporzioni o alla caricatura, al lettering e ai pattern usati in senso narrativo e strategico.
Non è un caso che a mettere insieme tutto questo materiale in questo modo siano stati un designer e un docente (Steven Heller e Gail Anderson), due professioni che col progetto hanno molto a che fare e che sanno quanto sia importante organizzare il proprio repertorio non solo come una rubrica di nomi e citazioni, ma anche come una mappa di casi e soluzioni. Per sapere qualcosa in più di questo libro e degli altri che fanno parte della stessa collana (dedicati al graphic design e alla tipografia) potete sbirciare su Frizzifrizzi dove ne sono venuta a conoscenza per la prima volta (il mio l’ho poi ordinato online e in inglese, per ora non ho notizia di edizioni italiane) ma cercatevi anche i siti dei due autori per fare incetta di titoli altrettanto curiosi.
#3
Con l’ultimo libro ci salutiamo perché è ora di andare, è l’ora dei miraggi, quella in cui arrivano gli spiriti che un po’ ci tormentano ma poi finisce che ci schiariscono la vista (quasi come i fantasmi dei Natali di Dickens). In quest’ultimo repertorio c’è un artista solo, ma c’è comunque una varietà straordinaria di segni e di occasioni in cui concedersi il tuffo finale, quello più pericoloso perché ci immergiamo nella cosa che più ci somiglia.
Manuele Fior è un eclettico, magnifico disegnatore di fumetti e di illustrazioni applicati a un numero sconfinato di supporti e canali. Ma questo, “L’ora dei miraggi” appunto, non è solo un catalogo, è un diario di bordo:
“Disegno tutto il giorno, tutti i giorni, fuorché in genere il sabato e la domenica. Quando non disegno […] immagino nuovi modi di disegnare”.
Ecco, quando la testa si blocca e non sa più dove andare, io mi rileggo gli appunti di Fior e mi sembra di passeggiare con un amico: è uno di quei discorsi frammentati, disconnessi, come quando non hai bisogno di riempire tutti gli spazi, in fondo basta poco per tenersi compagnia quando si è in confidenza. E allora “parliamo” di maturità stilistica, di grandi maestri, di collaborazioni andate così così, di tecniche, di soddisfazioni, di tormenti.
“L’ora dei miraggi” nutre gli occhi con una sfilata di disegni uno più espressivo dell’altro e stuzzica la testa con questi paragrafi colloquiali, spontanei.
“Osservandoli nel flusso ideato da Francesca Luzzi per questo libro, i disegni mi sembrano estranei, fatti da altre mani e pensati da altri cervelli” confessa Fior ed è così rassicurante avere la conferma che è normale e che succede proprio perché, quando la testa sembrava bloccata, invece stava già cercando di andare da un’altra parte, verso nuove sudate ma bellissime conquiste.
Bologna Children’s Book Fair, catalogo annuale mostra degli illustratori.
The Illustration Idea Book: Inspiration from 50 Masters.
Steven Heller, Gail Anderson
Laurence King Publishing, 2018
Manuele Fior
Oblomov edizioni, 2017
Coomenti 2
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