
Lettera al tempo – O tiempo do Gigante
Caro Tempo,
ti scrivo questa lettera semplice ed informale per avvisarti che là fuori c’è un libro che ti devi proprio prenderti il tempo di leggere. Lo so, non è facile da trovare, io l’ho comprato due anni fa alla fiera del libro di Bologna, nello stand di Orfeu Negro, una casa editrice portoghese, che tra le altre cose pubblica anche libri per bambini.
Sto parlando del libro, O tempo do Gigante di Manuel Marsol e Carmen Chica.
Non voglio dilungarmi troppo inutilmente a spiegare l’ovvia relatività di te, caro tempo, di come funzioni in maniera così bizzarra, a volte duri in eterno, e altre volte scappi come fanno i ragni durante le pulizie di primavera.
Devi sapere che in questo libro succede tutto e non succede niente, e tutto e niente avvengono nel breve e lunghissimo tempo dell’esistenza di un gigante…
E’ un gigante un po’ impaziente sai? almeno all’inizio, subito sembra molto frustrato da questo tempo lunghissimo e noiosissimo in cui non succede mai nulla, in cui anche il volo di una microscopica zanzara diventa presumibilmente un evento degno di nota.
Sai, stavo pensando, caro Tempo, che lo sguardo che questo gigante ha del mondo, è proprio simile al modo che abbiamo noi esseri umani di guardare alle cose, ci concentriamo su quelle piccole piccole, perse nella sconfinata grandezza del tuo essere così immenso. Guardiamo in questo modo i giorni, le persone, dimenticandoci che siamo noi i giganti veri della storia, e che abbiamo la forza di sradicare gli alberi, che sembrano solo tutti uguali, come quei giorni che non abbiamo strappato dalla foresta sconfinata del nostro tempo.
Che concetto strano che sei Tempo, non ti si può toccare ma ti si percepisce ovunque, nello spazio, lontano ed infinito: che sia proprio per questo che gli uomini escono dall’atmosfera alla ricerca di luoghi eterni? ma io penso, che alla fine non importa quanti pianeti riusciremo a toccare, non raggiungeremo mai davvero le stelle finchè non impareremo a guardare anche dentro noi stessi…ecco perché sulla luna, è disegnata la stessa stella bianca che risplende nell’occhio del gigante: si sta guardando dentro!
Però guardare dentro se stessi può essere pericoloso, si rischiano tuoni e fulmini, e non importa se si è in casa (per altro magra consolazione, se hai la ponderosa dimensione di un gigante!) la tempesta ti colpirà lo stesso!
Ma se è vero che ogni tempesta prima o poi deve finire, bisogna precisare che è necessario saper guardare le cose da un’altra prospettiva per riuscire a dissipare veramente i nuvoloni che scuotono il nostro animo! E in questo, essere giganti ci aiuta davvero, perchè ciò che prima ci pareva terrificante e indomabile, alla fine si lascia tenere placidamente in mano, con la leggerezza di una farfalla.
Una cosa veramente buffa di te, Tempo, è che si può parlare di te in diversi modi, ci sono le ore e i minuti, le notti, i giorni, interminabili e troppo brevi, e poi gli anni, i lunghissimi anni, ognuno diviso in quattro stagioni davvero ben caratterizzate: la bella primavera, l’esuberante estare, il malinconico autunno, e il rigido inverno.
Ognuno di questi Tempi, o Stagioni, io credo che siano fenomeni tanto oggettivi, quanto soggettivi, come ci mostra questo gigante: All’inizio, quando si chiede se i suoi giorni saranno sempre così (lieti e spensierati) è poco più di un bambino, l’albero che porta come un cappello ha prima piccoli germogli, che la primavera fa fiorire in una chioma rigogliosa. Poi arriva la tempesta, il classico temporale estivo, la turbolenta adolescenza chiusa in se stessa e riflessiva, seguita dall’autunno, capace di farci cambiare prospettiva, così come gli alberi cambiano le foglie; questo è un passaggio, una fase di transito, ma il processo è sempre più importante del risultato. Infine arriva l’inverno, quello spazio bianco come la neve in cui si ha il tempo di cancellare e riscrivere tutto, di nuovo, da capo, con l’arrivo di un altro anno.
Il tempo passa, e si ripete, ma le cose intorno a noi cambiano, non tanto in sé ma grazie alla nostra mutata capacità di saper guardare. prima era una zanzara, ora davanti a noi si palesa una mucca.
Questa cosa della mucca e della zanzara secondo me, caro Te, è davvero interessante! non importa quanto le cose siano grandi o piccole, piuttosto, questo simpatico Gigante sembra prestare molta attenzione alle cose vive, alla vita in tutte le sue grandi o piccole manifestazioni, reali o immaginarie che siano, come anche i sogni.
Niente. Era solo un sogno, dice il Gigante, ed intanto ha dormito una vita intera! Si risveglia bianco, in primavera, con l’inverno dentro, tranquillo e sereno.
A volte anche a me, Caro Tempo, sembra di aver dormito per un sacco di Te! E mi chiedo se un giorno riuscirò a svegliarmi, a guardare sorridendo la casetta che per tutta una vita ho cercato di proteggere, quella casetta inamovibile che ora è tutta sbilenca e messa male, ma al cui interno sta crescendo un bellissimo albero, lo stesso che il nostro caro gigante ha coltivato sulla sua testa. Infondo, le case, come gli alberi, si trovano nel luogo delle nostre radici. E un giorno spero anche, Caro Tempo, di non aver più fretta, di non sentirmi più impaziente, un poco indietro, in ritardo su tutto, ma di riuscire ad accarezzare tutte le ore più piccole che mi rimangono in questo lungo e brevissimo tempo di un gigante.

Per te, sempre e ovunque
F.