L’arte erotica – 3 consigli da Ombretta Tavano
L’arte erotica ha sempre catturato l’attenzione di tutti, che fosse per apprezzamenti o commenti scandalizzati davanti ad un capezzolo o un ricciolo pubico, ma perché la rappresentazione di un atto così naturale e antico come il sesso continua a generare reazioni così agli antipodi?
Riusciamo ad accettare il porno perché finalizzato ad uno scopo specifico, ma non a vedere come arte pura e semplice un disegno erotico? Il risultato delle continue censure, prima nei musei e adesso sui social, ha portato in questi ultimi tempi ad un’esplosione di artisti che trattano l’erotismo con familiarità e in modo tutt’altro che volgare. Fortunatamente, anche se ancora con qualche strascico di bigottismo, si sta andando verso un’apertura generale nei confronti di illustrazioni di questo tipo, ma io non sono una sociologa e non sto scrivendo queste parole per analizzare la mente di chi ancora sgrana gli occhi davanti a determinate immagini.
Parlando di arte, ci portiamo dietro da secoli la concezione di armonia, le proporzioni, i canoni estetici (quello di Policleto in primis), la visione dell’essere umano come massima espressione della natura. Cosa può superare la perfezione del corpo, dei muscoli in tensione del Discobolo, della mano contratta del David? La risposta è una: l’unione dei corpi. Perché se il singolo è armonico, il doppio è bellezza. L’illustrazione erotica ha tanto a che fare con la sessualità e poco con il sesso; potremmo definire erotiche le dita di Plutone conficcate nella coscia di Proserpina? Sì. Bernini non ha di certo raffigurato la penetrazione, ma quella che un osservatore sufficientemente attento percepisce è una carica sessuale densissima. Proprio in questo sta la differenza con il porno; l’erotico è manifesto di quel concetto di “vedo-non vedo” che spesso è molto più sexy dell’atto in sé, che lascia il giusto all’immaginazione, o che semplicemente suscita delle sensazioni in chi guarda.
Nel 1880 Joseph Apoux disegnava il suo “Alphabet Pornographique”; nel 2014 Malika Favre pubblicava il Kamasutra in 26 lettere; il 20 dicembre 2017 io disegnavo la mia “A”, non contemplando ancora l’idea di farne una serie.
Nell’era delle “challenges” mi sono chiesta, perché no? E un mese dopo completavo anch’io il mio alfabeto. Nel mentre, pubblicando costantemente sui vari social, mi è stato chiesto spesso il perché di questa mia decisione. La motivazione principale è stata proprio quella della “sfida”, ovvero il porsi un limite, una serialità, che mi permettesse di focalizzarmi solo su quello e che non disperdesse le energie in tutto quel processo creativo che, per quanto divertente, è a volte frustrante. Al di là degli aspetti puramente tecnici (ad esempio, mi è stato utilissimo per approfondire l’anatomia e cercare di trovare una giusta sintesi) è stato un progetto per me interessante dal punto di vista concettuale, e stimolante per tutte le connessioni che creato con le altre persone che spesso vorrebbero interessarsi a queste tematiche ma hanno timore di renderlo pubblico, causa giudizi di terzi. Nell’arte erotica io e molti altri illustratori abbiamo trovato una via d’uscita dalle regole che inevitabilmente limitano il mercato; è importante in questo periodo storico e sociale, che si parli di sessualità, e l’arte è sempre un buon modo per affrontare tematiche spinose.
Può sembrare banale, un’idea riciclata, ma l’effetto che ottiene è sempre lo stesso: stimolare la discussione. E anche se le lettere sono solo 26, le posizioni, le coppie, tutte le variabili, sono infinite.
3 Fumetti che vi consiglio:
“Cenerentola 1987” Fumetto autoconclusivo di Andrea Pazienza,
Anche se non propriamente erotico offre uno spaccato crudo e reale sulla sessualità.
“Melagrana” antologia erotica edita da Attaccapanni Press,
un progetto che raccoglie tavole di svariati artisti anche emergenti, per tutti i gusti.
“Valentina” di Guido Crepax, insieme a Milo Manara uno dei maestri dell’erotismo,
senza dubbio un must per chi è interessato all’argomento.